IO“Ci sono dei progressi”, ha detto in risposta ad una domanda sulle prospettive di una simile tregua. “Stiamo lavorando sull’argomento con gli americani”, ha aggiunto durante una conferenza stampa a Gerusalemme.
Tra le condizioni dell’accordo, ha menzionato il fatto che “Hezbollah non (può) più armarsi” e che questo movimento islamista venga respinto a una buona distanza dal confine israelo-libanese.
“La sfida principale sarà quella di far rispettare ciò che è stato concordato”, ha affermato Saar, facendo eco a un’idea già espressa da diversi membri del governo israeliano negli ultimi mesi.
Il primo ministro Binyamin Netanyahu ritiene in particolare che solo Israele sia in grado di far rispettare un accordo nel Libano meridionale, a differenza della situazione attuale in cui questo mandato è in gran parte affidato alla Forza ad interim delle Nazioni Unite in Libano (UNIFIL).
Di stanza lì dal 1978 per fungere da cuscinetto con Israele, l’UNIFIL è responsabile del monitoraggio della Blue Line, la linea di demarcazione fissata dall’ONU tra Libano e Israele.
A metà settembre l’esercito israeliano ha lanciato una grande offensiva militare contro Hezbollah in Libano.
Nei mesi precedenti gli scontri al confine tra Israele e Libano erano quasi quotidiani.
Hezbollah ha affermato che sta aprendo un “fronte di sostegno” in solidarietà con i palestinesi nella Striscia di Gaza, teatro di un’offensiva lanciata da Israele in risposta all’attacco senza precedenti perpetrato sul suo territorio da Hamas il 7 ottobre 2023.
Decine di migliaia di residenti, in Libano e Israele, sono stati costretti a lasciare le proprie case.
Sono stati effettuati diversi tentativi di mediazione tra Israele e Libano, in particolare tramite Stati Uniti e Francia, ma nessuno ha avuto successo.
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