Questo sabato, 9 novembre, è stato un altro grande giorno per gli organizzatori della fiera del libro di Brive. Nella sala Georges Brassens, i lettori si sono riuniti alla ricerca degli autografi dei loro autori preferiti. Molti stand avevano una folla compatta: quelli di Douglas Kennedy, Melissa da Costa o Alex Vizorek, per esempio, ma ovviamente, quelli dei premi letterari in arrivo a Brive. Gaël Faye, premio Renaudot, o ancora il Gran Premio Miguel Bonnefoy dell’Académie Française.
Ma quello verso cui erano rivolti tutti gli occhi e le penne lo è il recente premio Kamel Daoud Goncourt 2024. Onorato per il suo romanzo “Houris”, opera incentrata sui massacri del “decennio nero” in Algeriaha autografato molti libri questo sabato. “Mi fa male la mano con così tante firme” sorride il romanziere mentre approfitta di una meritata pausa pranzo. Il franco-algerino si dice impressionato la fiera del libro di Brive.
“È pazzesco! Da qualche parte in qualche modo ripara l’idea legittima che l’industria del libro sta andando male, che ci mancano i lettori e che i social network stanno erodendo un po’ le nostre democrazie. Un evento come questo, una grande messa, ci rassicura sul mestiere, sull’editoria, sui librai, anche sui lettori! Qui è una grande festa per i lettori! È la prima volta che vengo a Brive, non lo sapevo, me lo avevano detto, ma non sapevo che l’incontro sarebbe stato così suggestivo!”
Kamel Daoud che conclude il suo intervento con un apostrofo: “I paesi in cui le persone leggono, accedono ai libri, senza censura, questi sono paesi da proteggere. Speriamo che questo tipo di celebrazioni si moltiplichino, si moltiplichino ovunque!”
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