“Avevo appena fatto scorta di articoli per le vacanze di Natale. Borse, vestiti, gioielli, portafogli, tutto era sporcato dal fango o dilavato dall'acqua. E’ irrecuperabile”si lamenta Carmina Redondo, 68 anni, con la voce rotta dai singhiozzi.
Titolare del negozio di pelletteria e articoli da regalo Tienda Ibor, aperto da cinquant'anni ad Algemesi, una piccola cittadina situata a 35 chilometri a sud di Valencia, MMe Redondo sperava di andare in pensione entro due anni e resisteva. “Per aiutare mio figlio, uno dei quali è gravemente disabile, e perché non ho raggiunto i trentotto anni di contributi necessari per avere la pensione completa”spiega. “Non so se avrò la forza di ricominciare tutto da capo”aggiunge questa donna, guardando con tristezza le borse griffate e gli abiti da flamenco macchiati di fango.
Dopo le inondazioni che hanno devastato la provincia di Valencia il 29 ottobre e hanno causato 215 morti e 78 dispersi, secondo gli ultimi rapporti tutte le attività commerciali della città restano chiuse, compreso il grande supermercato Mercadona, i cui funzionari hanno stimato in un mese il tempo necessario per riparare i danni e riaprire le porte.
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Martedì 5 novembre, dopo l'ufficializzazione del Consiglio dei ministri, il governo spagnolo ha presentato un piano di aiuti alle vittime del disastro e alle imprese dei 75 comuni colpiti (più due in Castiglia-La Mancia e uno in Andalusia), per un importo di 10,6 miliardi di euro. dichiarato lo stato di calamità naturale nella regione. È “un primo passo”ha precisato il primo ministro Pedro Sanchez, intende alleviare l'emergenza, ricostruire il possibile e sostenere le vittime. “Stiamo parlando di numeri molto alti. Parte di questi aiuti verrà chiesta all'Unione Europea, ma arriverà anche dai nostri conti pubblici, per questo chiederemo una revisione degli obiettivi di riduzione del deficit e del debito pubblico.ha precisato il leader socialista.
La priorità di Madrid è che gli aiuti arrivino“con il minor numero di documenti possibile e nel più breve tempo possibile”secondo Sanchez, sulla base del modello dei mezzi adottati durante la pandemia di Covid-19.
Come nel 2020, l’idea è quella di fare di tutto per sostenere le imprese e mantenere l’occupazione attraverso meccanismi di disoccupazione parziale, esenzioni dai contributi sociali e modalità di orario di lavoro, oltre alla concessione di una linea di credito di 5 miliardi di euro. I dipendenti colpiti fisicamente ma anche psicologicamente dalle inondazioni o dalle loro conseguenze potranno beneficiare di un'interruzione del lavoro pagata al 75% del loro stipendio. Quasi 840 milioni di euro potrebbero anche essere stanziati per risarcire circa 30.000 imprese – da 10.000 a 150.000 euro ciascuna, a seconda del loro fatturato – e 65.000 lavoratori autonomi – ai quali verranno pagati 5.000 euro.
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