Dopo il licenziamento di Gallant e la vittoria di Trump, Netanyahu ha carta bianca

Dopo il licenziamento di Gallant e la vittoria di Trump, Netanyahu ha carta bianca
Dopo il licenziamento di Gallant e la vittoria di Trump, Netanyahu ha carta bianca
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È attraverso una breve lettera che gli ha consegnato che il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha annunciato il 5 novembre a Yoav Gallant che avrebbe cessato le sue funzioni di ministro della Difesa. Una messa in scena che illustra la rottura e la “crisi di fiducia” tra i due uomini.

Yoav Gallant spiega di essere stato licenziato per tre motivi: la sua opposizione all’esenzione dal servizio militare obbligatorio per alcuni ultraortodossi, le sue posizioni a favore di un accordo per il ritorno degli ostaggi a Gaza e la fine dei combattimenti contro Hezbollah così come le sue richieste per la formazione di una commissione d’inchiesta sul 7 ottobre.

Posizioni che si sono scontrate con quelle di Benyamin Netanyahu e dei suoi alleati di estrema destra, che hanno adottato una linea dura nei confronti della guerra. Ma anche con gli ultraortodossi, che si battono per impedire la coscrizione obbligatoria dei membri della loro comunità.

Galante lo era “il rappresentante dell’opposizione all’interno del governo e del gabinetto di sicurezza nazionale”, sottolinea un editorialista di Ynetnews, il sito in lingua inglese del quotidiano israeliano Yediot Aharonot.

Il licenziamento di Gallant aumenta così il margine di manovra politico e militare di Netanyahu, che potrebbe approfittarne per lanciare un

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