EGuardando le immagini dei due gendarmi francesi espulsi dalla chiesa francese del Pater Noster di Eleona dalla polizia israeliana a Gerusalemme Est, non possiamo fare a meno di pensare ai precedenti. Nel 1996, il presidente Jacques Chirac aveva riorientato molto bruscamente le forze di polizia israeliane mentre si dirigeva verso il dominio nazionale francese a Gerusalemme, che consiste, ricordiamolo, di tre luoghi principali, la Tomba dei Re, la Basilica di Santa Maria Anna e la sua piscina, dove si dice che Gesù abbia guarito un paralitico, e questa chiesa di Eleona, dove si dice che Cristo abbia insegnato ai Padre nostro ai suoi discepoli, preghiera riprodotta sulle pareti in 170 lingue diverse.
Nel 2020, è proprio davanti alla chiesa di Sainte-Anne che il presidente Macron è stato bloccato dalla polizia israeliana che pattugliava i locali, cosa che è stata all’origine di uno scontro violento con il presidente, che aveva fatto di tutto per chiedere loro di andarsene.
Possedimenti francesi
Questa volta le immagini sono crudeli per le forze francesi prelevate manu militari da uno dei tre possedimenti francesi. Ricordiamo che, nell’ambito di un concorso europeo per la protezione dei luoghi santi cristiani di Gerusalemme, la Francia, sotto il Secondo Impero, aveva ricevuto questi tre siti: Sainte-Anne, dal Sultano dell’Impero Ottomano, in ringraziamento nel 1856 per l’appoggio fornito nella guerra di Crimea contro l’Impero russo, Eleona, nel 1868, dalla principessa della Tour d’Auvergne che vi aveva costruito un convento per i Carmelitani, ancora presente, la tomba dei Re, in quegli stessi anni, dei fratelli Pereire, famosi imprenditori ebrei francesi che avevano acquisito i luoghi circostanti.
È a Sainte-Anne che si svolge una delle due celebrazioni del 14 luglio, offerte ai palestinesi di Gerusalemme Est e della Cisgiordania. A Gerusalemme, la missione religiosa della Francia è duplice: proteggere le congregazioni cattoliche francesi e far rispettare, tramite il console francese, lo status quo tra i tre grandi patriarcati.
Tuttavia, questi possedimenti francesi non costituiscono dei “patrimoni diplomatici” allo stesso titolo dell’ambasciata francese a Tel Aviv o del consolato a Gerusalemme disciplinati dalla Convenzione di Vienna del 1961. Ciò prevede in particolare che il Paese ospitante rinunci all’esercizio delle sue diritti di polizia nelle sedi diplomatiche. Quello che riassumiamo, erroneamente ed abusivamente, con l’espressione “status extraterritoriale”. Un possedimento francese non è un territorio francese dove verrebbe esercitata una tutela giuridica particolare, anche se ci sono consuetudini, in buon accordo, da rispettare. Queste sono le usanze che ieri Israele non ha rispettato.
Un gesto politico da parte di Israele e una risposta a Macron
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Risposta
Per Gérard Araud, ex ambasciatore in Israele, il diverbio appena avvenuto “non è comunque di natura legale ma politica”. Quindi la domanda non è: Israele ne aveva il diritto, ma perché lo ha fatto? “La Francia non ha mai riconosciuto la sovranità di Israele su Gerusalemme Est dal 1967. Per questo, del resto, il ministro degli Esteri, Jean-Noël Barrot, si è recato a Eleona con il console e non con l’ambasciatore francese. Se così fosse stato, si sarebbe trattato di un implicito riconoscimento da parte della Francia della sovranità israeliana. Tuttavia, se un giorno si trovasse una soluzione per i palestinesi, è inconcepibile che non riceveranno Gerusalemme Est. »
Da parte loro, gli israeliani, intervenendo a Eleona, hanno dimostrato in modo vigoroso che Gerusalemme Est appartiene effettivamente a Israele. Lo hanno ricordato con tanta più fermezza e soddisfazione di un governo che, da diverse settimane, ha ripetutamente ritirato il suo sostegno alle sue operazioni militari a Gaza e nel sud del Libano o ha rilasciato dichiarazioni pessime sulla creazione di Israele da parte dell’ONU la barbarie seminata da Israele. Il ministro Barrot ovviamente ha agito come doveva protestando pubblicamente, resta il fatto che questa azione attentamente calibrata e preparata è un gesto di ritorsione, di punizione, per non dire di umiliazione. Un affronto a un Paese, la Francia, che ha perso ancora un po’ del suo prestigio internazionale. Mentre nel 2020 le forze israeliane finirono per ritirarsi dalla Basilica di Sant’Anna, questa volta furono i soldati francesi – i gendarmi – ad essere espulsi dai luoghi che avrebbero dovuto proteggere.