quali grandi testimoni della Seconda Guerra Mondiale sono ancora vivi?

quali grandi testimoni della Seconda Guerra Mondiale sono ancora vivi?
quali grandi testimoni della Seconda Guerra Mondiale sono ancora vivi?
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La Francia ha appena perso una delle ultime grandi figure della Resistenza. Madeleine Riffaud, impegnata all’età di 18 anni in un gruppo di Francs-tireurs e partigiani, prima di passare al combattimento armato nel 1943, è morta mercoledì 6 novembre, all’età di 100 anni.

Con lei si spegne la voce di uno degli ultimi testimoni della lotta contro gli occupanti nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Il suo nome si aggiunge alla lunga lista di resistenti e deportati morti negli ultimi anni, sia che si tratti dell’ultimo compagno della Liberazione Hubert Germain nel 2021, sia di Jacques Lewis, che partecipò allo Sbarco e morì il 25 luglio.

Un pugno di resistenti e deportati, avvicinandosi o superando il centenario, continuano a tramandare la loro storia.

► Ginette Kolinka, deportata ad Auschwitz nel 1944

All’età di 19 anni, Ginette Kolinka fu deportata ad Auschwitz insieme al padre, al fratello e al nipote, tutti assassinati all’arrivo nel campo. La giovane donna viene selezionata per il lavoro e sopravvive.

Al suo ritorno a Parigi, la giovane diventa venditrice nei mercati, senza dire nulla di ciò che ha vissuto. Per cinquant’anni l’ex deportato resterà in silenzio. Ma una telefonata della Fondazione Spielberg, che raccoglie le testimonianze dei sopravvissuti, gli ha fatto cambiare idea. Dall’inizio degli anni 2000 diventa una grande trasmittente di memoria. Dopo aver accompagnato generazioni di studenti ad Auschwitz, consegna la sua testimonianza in un libro, Rientro a Birkenau (Grasset, 2019).

► Daniel Huillier, combattente della resistenza nel Vercors

Daniel Huillier era ancora un adolescente quando scoppiò la Seconda Guerra Mondiale. A soli 15 anni raggiunge il padre e gli zii nella macchia del Vercors. La sua età non gli impedisce di partecipare a varie missioni pericolose, che si tratti di consegne di armi o operazioni di rifornimento.

A 96 anni, l’ex combattente della resistenza è ancora presidente nazionale dell’Associazione dei Pionieri del Vercors e continua a tramandare la sua storia alle generazioni più giovani.

Daniel Huillier ha pubblicato un articolo prima delle elezioni legislative di giugno, per ricordarci che i combattenti della resistenza lo erano “guidati solo dall’idea di vivere in una democrazia basata su principi e valori”e che il loro programma non lo era “non quello della xenofobia e del razzismo, del comunitarismo e dell’antisemitismo”.

► Robert Birenbaum, membro della forza lavoro immigrata parigina

Nato da genitori ebrei polacchi naturalizzati francesi, Robert Birenbaum condusse la sua prima azione di resistenza il 17 luglio 1942, il giorno dopo la retata del Vél’ d’Hiv, quando non aveva ancora 16 anni.

Vivendo nascosta dietro una portineria ad Aubervilliers, l’adolescente guiderà la resistenza comunista della Forza Lavoro Immigrata (MOI) nel nord-est di Parigi. Il suo ruolo? Recluta Francs-tireurs e partigiani, questi uomini responsabili della lotta armata all’interno dell’organizzazione.

L’ultimo membro sopravvissuto della forza lavoro immigrata parigina, Robert Birenbaum, ha ricevuto la Legion d’Onore nel 2023.

► Mélanie Berger-Volle, attivista ombra

Mélanie Berger-Volle è cresciuta in Austria, ma ha dovuto lasciare il suo paese quando questo è stato annesso alla Germania. Appena arrivata in Francia, fu mandata in treno in un campo, ma scappò alla stazione di Clermont-Ferrand.

L’attivista di estrema sinistra condusse poi diverse azioni di resistenza nel sud-ovest, tra cui la distribuzione di volantini in tedesco per respingere i soldati del Terzo Reich. Arrestata e incarcerata a Marsiglia, fuggì nel 1943, poi fece campagna sotto false identità fino alla fine dell’occupazione.

A 102 anni, il partigiano era uno dei portatori della fiamma olimpica della Loira.

► Roger Labranchu, combattente della resistenza deportato a Buchenwald

Dopo diversi mesi di fuga per sfuggire al Servizio di Lavoro Obbligatorio (STO), Robert Lebranchu fu arrestato dai tedeschi nel giugno 1943, mentre cercava di unirsi alla Francia Libera con altri amici della resistenza. All’età di 21 anni, il giovane fu inviato nel campo di concentramento di Buchenwald, poi in quello di Schönebeck, dove fu identificato con il numero 30 842. Poco prima che il campo fosse liberato dagli americani, fuggì con altri deportati.

Al suo ritorno nella regione parigina, il giovane si dedicò al canottaggio, sport di cui fu campione di Francia nel 1946, e che lo portò a partecipare ai Giochi Olimpici di Londra due anni dopo.

► Arlette Testyler, sopravvissuta alla retata del Vel’ d’Hiv

All’età di 9 anni, Arlette Testyler fu catturata a Parigi nel luglio 1942 e portata, insieme a migliaia di altri ebrei, al Vélodrome d’Hiver (Vel’ d’Hiv). Insieme alla madre e alla sorella, la bambina fu internata nel campo di Beaune-la-Rolande, nel Loiret. La famiglia riuscì a fuggire e visse nascosta fino alla fine della guerra.

Cavaliere della Legion d’Onore dal 2011, l’ex deportata ha raccontato la sua storia nel libro Avevo nove anni quando ci radunaronoapparso nel maggio 2024.

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