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L'anti-Luis Enrique ha avuto la parte facile ieri sera. Tutto quello che spesso rimproverano all'allenatore spagnolo si è ripetuto davanti ai loro occhi contro l'Atlético Madrid. Cioè una palese mancanza di efficienza offensiva, un centrocampista che prende troppe poche iniziative, una difesa troppo sbilanciata, un portiere friabile e un gioco così accademico che sembra impedire il sorpasso delle funzioni. Luis Enrique è infatti dogmatico, giura sul possesso e sul controllo, sostenendo che una squadra che ha la palla per la maggior parte del tempo sarà necessariamente meno pericolosa. Vero sulla carta ma falso sul campo, visto che l'Atlético ha segnato due volte e ha vinto la partita. Luis Enrique lo dice ancora e ancora, è pronto a morire con le sue idee: possesso eccessivo e quindi falso numero 9 in questo momento, visto che non conta più veramente su Randal Kolo Muani e perché Gonçalo Ramos è infortunato. Ciò che disturba è questa caparbietà nell'allineare, in Champions League, questo schema tattico che non funziona. Perché la realtà è quella, con 2 sconfitte, 1 pareggio e 1 vittoria acquisita quasi per miracolo contro il Girona, il PSG è al suo posto, quello di una squadra che in Europa non fa più paura. Cappello 1 forse, ma non tra i primi 8 della classifica.
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È un grande classico dell’analisi, ma raramente viene smentito. Per vincere in Champions League bisogna essere efficaci su entrambe le superfici. Tuttavia, il PSG non lo è più. In attacco il problema è ben noto ed è sempre più aggravato dall’aspetto difensivo. Donnarumma è stato criticato per le sue carenze nel gioco aereo e nel gioco dei calci? Adesso sbaglia anche la linea, con un intervento fallito sul secondo gol dell'Atlético. Luis Enrique ha indebolito il suo portiere italiano mettendolo in competizione con Safonov, partito titolare tra la sorpresa di tutti contro l'RC Lens? Ultimo punto, e probabilmente il più importante, Luis Enrique non può essere esonerato dalle sue decisioni durante il mercato estivo. Non voleva particolarmente Victor Osimhen, ritenendo che il suo profilo non si adattasse al suo stile di gioco. Stessa cosa per Viktor Gyökeres. Comunque è davvero un marcatore che in questo momento manca molto. Luis Enrique voleva una squadra di bravi ragazzi, dove nessuna testa sporga e dove l'ego fosse bandito? Questo si avverte in campo quando la squadra si imbatte nell'avversario, con un difetto caratteriale.
Luis Enrique è l'uomo giusto per il PSG?
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NON
Luis Enrique crede che il suo compito sia portare la squadra in situazioni di gol. Quello che ha fatto ieri contro la difesa dell'Atlético Madrid più compatta che mai. Vero e proprio sonnifero per telespettatori e avversari, il club madrileno ha concesso tante occasioni contro il PSG, contando su un grande Oblak e soprattutto sull'inefficacia dei parigini. È Luis Enrique che non mira o non effettua il passaggio decisivo al momento giusto? Luis Enrique è il garante del nuovo progetto, incentrato sul collettivo, senza protagonista assoluto. Ed è la prima stagione che non ne ha davvero nessuno in rosa dopo la partenza di Mbappé. Qualcuno addirittura prometteva una stagione complicata in questa configurazione. Tuttavia, per il momento, il PSG sta riuscendo a padroneggiare la sua corsa in Ligue 1 e il suo problema di inefficienza in Champions League gli è valso un brutto posto in classifica. Ma a livello di gioco il PSG propone, domina, crea occasioni e il merito va al suo allenatore.
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Per la sua prima stagione in Ligue 1, Luis Enrique ha gettato le basi della sua filosofia, vincendo la Ligue 1, la Coupe de France e raggiungendo la semifinale di Champions League. Ha messo insieme una squadra generosa, dove nessuno si nasconde dal perdere la palla. Alcuni hanno sicuramente la memoria corta, ma le prestazioni del PSG ai tempi di Pochettino e Galtier raramente entusiasmavano gli spettatori, che aspettavano un'esplosione di brillantezza da Messi, Mbappé o Neymar per emozionare, mentre si lamentavano della mancanza di tecnica, incarnata del centrocampista. da giocatori come Herrera o Gueye. La dirigenza del PSG ha deciso di insediare Luis Enrique, prorogandogli recentemente, quella di fidarsi di lui, dopo essere stato tanto criticato per la sua propensione a intervenire sull'atleta, imponendo ad esempio giocatori indesiderati. Piaccia o no, l'allenatore spagnolo ha totale libertà, e sarebbe incongruo criticarlo per averne approfittato. Alla fine parleranno solo i risultati.
Pub. IL 07/11/2024 18:00
– AGGIORNAMENTO 07/11/2024 21:00