Dakar (© 2024 Afriquinfos) – L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, sottolinea l’urgenza di eliminare l’apolidia nell’Africa occidentale e centrale, queste due regioni dove milioni di persone rimangono senza identità legale o accesso ai diritti fondamentali.
Sebbene gli sforzi abbiano aperto strade verso la nazionalità e riformato le leggi discriminatorie, l’apolidia rimane una realtà per 931.191 persone nella sola Africa occidentale, ha affermato l’UNHCR in occasione dei dieci anni della campagna #IBelong.
Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite, ‘“Altri milioni di persone, in particolare nei paesi colpiti da conflitti come Mali, Burkina Faso e Niger, corrono un rischio maggiore a causa di complesse barriere legali, sociali e storiche”. ‘“L’apolidia continua a escludere gli individui dalla piena partecipazione alla società, creando sfide durature nell’accesso all’istruzione, all’assistenza sanitaria, all’occupazione e alla protezione”, informa anche questa stessa fonte.
Inoltre, l’UNHCR ricorda che la campagna #IBelong ha compiuto progressi cruciali nel porre fine all’apolidia, insieme ai governi nazionali, alle organizzazioni regionali e alla società civile. ‘“Attraverso un sostegno mirato, riforme politiche e una cooperazione rafforzata, la campagna ha promosso il riconoscimento giuridico degli apolidi, ha ampliato l’accesso alla registrazione delle nascite e ha sostenuto quadri giuridici che consentono alle persone di rivendicare una nazionalità”, sottolinea.
In Costa d’Avorio, Nigeria, Benin e Senegal, nuovi sistemi per determinare l’apolidia hanno permesso a migliaia di persone di ottenere protezione legale e accedere ai diritti essenziali, tra le altre cose, aggiunge l’UNHCR.“L’eliminazione della discriminazione di genere nelle leggi sulla nazionalità in Liberia, Sierra Leone e Benin, consentendo alle donne di trasmettere la propria nazionalità ai propri figli, rappresenta un potente passo avanti verso l’uguaglianza e la giustizia per le generazioni future”.
La strada però resta irta di ostacoli. Dodici paesi hanno implementato piani d’azione nazionali per combattere l’apolidia, ma permangono ostacoli nell’attuazione di queste politiche a livello locale. Sebbene i quadri regionali, come la Legge Modello sull’apolidia sviluppata da ECOWAS ed ECCAS, offrano un modello di azione, l’impegno per un cambiamento concreto rimane essenziale. Abdouraouf Gnon-Konde, Direttore dell’Ufficio Regionale dell’UNHCR per l’Africa Centrale e Occidentale, ha sottolineato: “ La campagna #IBelong ha dimostrato che il progresso è possibile. Ora dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi, riconoscendo che ogni persona lasciata senza nazionalità rappresenta un fallimento nel realizzare i diritti umani fondamentali. »
Un’alleanza globale per porre fine all’apolidia
Nell’ottobre 2024, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi, ha annunciato il lancio dell’Alleanza globale per porre fine all’apolidia, una nuova iniziativa volta a galvanizzare gli sforzi globali e ad estendere lo slancio di #IBelong. Questa Alleanza, guidata da un Comitato consultivo di 15 membri composto da Stati, agenzie delle Nazioni Unite, società civile e organizzazioni guidate da apolidi, incoraggerà un’azione collaborativa per affrontare le lacune legali e sistemiche che perpetuano l’apolidia. In qualità di ospite del Segretariato, l’UNHCR sosterrà le attività dell’Alleanza, sostenendo le riforme e mobilitando risorse per affrontare questa crisi risolvibile.
Pur accogliendo con favore l’impegno dei paesi dell’Africa occidentale e centrale nella lotta all’apolidia, l’UNHCR invita anche i governi, le organizzazioni regionali e gli alleati internazionali ad aumentare i propri sforzi e le proprie risorse per garantire il diritto di ognuno ad una nazionalità. ‘“L’apolidia resta un problema che può essere risolto. Con un impegno costante, riforme giuridiche inclusive e un accesso ampliato alla documentazione civile, possiamo – e dobbiamo – realizzare un mondo senza apolidia.ha insistito l’UNHCR.
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