Amanda Knox condannata per aver accusato un innocente

Amanda Knox condannata per aver accusato un innocente
Amanda Knox condannata per aver accusato un innocente
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L’americana Amanda Knox, scagionata dall’omicidio avvenuto nel 2007 in Italia della sua coinquilina britannica Meredith Kercher dopo una lunga saga giudiziaria, è stata condannata mercoledì a tre anni di carcere per aver accusato una persona innocente in un caso di risonanza mediatica mondiale.

Amanda Knox, 36 anni, è comparsa mercoledì mattina in tribunale a Firenze, in Toscana, alla presenza di numerosi giornalisti italiani e stranieri. Durante l’udienza, ha spiegato le circostanze che l’hanno portata ad accusare Patrick Lumumba, amico e proprietario di un bar congolese, dell’assassinio di Meredith Kercher, 21 anni, nel 2007.

Dopo averla sentita, i giudici hanno deliberato brevemente e l’hanno condannata a tre anni di carcere, pena già coperta dai quattro anni di detenzione che la giovane aveva scontato dopo l’assassinio di Meredith.

Questo omicidio che coinvolgeva giovani studenti, sesso e marijuana ebbe un enorme impatto mediatico, soprattutto a causa della personalità di Amanda Knox, descritta a volte come una vittima innocente, a volte come un’assassina machiavellica.

“Ero in stato di shock, esausta, senza casa. La polizia mi ha interrogato per ore e ore, in una lingua che conoscevo a malapena, senza un interprete o un avvocato”, ha testimoniato Amanda Knox prima della sua sentenza mercoledì.

“Loro (la polizia) mi hanno detto che avevo assistito a qualcosa di così orribile che il mio cervello l’aveva bloccato” ma “non sapevo chi fosse l’assassino”, ha detto. “Alla fine ho confuso ricordi incoerenti di giorni diversi e la polizia ha redatto un verbale che ho dovuto firmare”.

“Sono terribilmente dispiaciuta di non aver avuto la forza di resistere alla pressione della polizia”, ​​ha detto ancora al banco dei testimoni.

Originaria di Seattle (nord-ovest degli Stati Uniti), Amanda Knox aveva 20 anni quando fu arrestata insieme all’allora fidanzato italiano, Raffaele Sollecito, per il sordido omicidio di Meredith Kercher nell’appartamento che condividevano a Perugia, nel centro del paese, dove hanno studiato.

Condannati in primo grado nel 2009, sono stati assolti in appello, poi nuovamente processati e infine scagionati in appello nel 2015.

-“Il mostro di Perugia”-

Per aver denunciato Patrick Lumumba, subito prosciolto, è stata condannata nel 2011 a tre anni di carcere per diffamazione, senza però essere rimandata dietro le sbarre.

Lo scorso ottobre, però, la Corte di Cassazione italiana ha annullato questa condanna e ha ordinato un nuovo processo, ed è stato proprio questo aspetto del caso ad essere riesaminato a Firenze.

“Amanda è sconvolta. Pensava di mettere fine a questa storia dopo 17 anni di procedimenti giudiziari”, ha reagito mercoledì il suo avvocato, Me Carlo Dalla Vedova, suggerendo che si potesse andare in cassazione.

Il signor Lumumba, assente all’udienza, è rimasto “profondamente segnato” da questa vicenda, ha indicato dal canto suo il suo difensore, Carlo Pacelli.

“Era visto da tutti come il mostro di Perugia e ha perso il lavoro, il suo bar è stato chiuso per mesi”, ha argomentato. “Il danno familiare e personale che ha subito è significativo.”

Nel 2019, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che Amanda Knox non aveva beneficiato di un’adeguata tutela legale o di un interprete professionista durante il suo interrogatorio e che il suo trattamento aveva “compromesso l’equità della procedura nel suo complesso.

Meredith Kercher è stata trovata seminuda e pugnalata 47 volte con segni di violenza sessuale.

Rudy Guede, un immigrato ivoriano il cui DNA è stato ritrovato sulla scena del crimine, è stato condannato nel 2008 a 30 anni di carcere per omicidio e violenza sessuale, pena poi ridotta a 16 anni. Gli è stato concesso il rilascio anticipato nel novembre 2021.

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