Taha O. è stato posto in custodia cautelare mercoledì sera, 6 novembre. La giovane donna è stata trovata morta nel Bois de Boulogne il 21 settembre.
Il suo avvocato in Svizzera lo aveva avvertito che aveva finalmente acconsentito alla sua estradizione: Taha O., il principale sospettato dopo la morte di Philippine, ritrovata il 21 settembre al Bois de Boulogne, è stato incriminato mercoledì 6 novembre per “ripetere omicidio e stupro”, ha annunciato a inizio serata la procura di Parigi, il che lo rende “Rischia l’ergastolo”. È stato consegnato alle autorità francesi in giornata, lo ha appreso una fonte vicina ai fatti, confermando le informazioni di BFM TV. Il sospettato è comparso davanti a un giudice per la libertà e la detenzione, che lo ha posto in custodia cautelare, secondo l'accusa.
Il corpo di Philippine, uno studente di 19 anni dell'Università Paris-Dauphine, è stato scoperto il 21 settembre nel Bois de Boulogne, nella parte occidentale di Parigi, dopo diversi giorni di ricerche. Lo stesso giorno, la procura di Parigi ha aperto un'indagine giudiziaria per stupro e omicidio.
Un cittadino marocchino di 22 anni, Taha O., già condannato per stupro nel 2021, è stato rilasciato nel giugno 2024 al termine della pena, quindi rinchiuso in un centro di detenzione amministrativa a Metz. Fu quindi assegnato ad un albergo dell'Yonne, dove non era mai stato, né rispettò l'obbligo di timbrare. Abbastanza per inserirlo nel fascicolo delle persone ricercate il giorno prima dell'omicidio, il 19 settembre. Era soggetto all'obbligo di lasciare il territorio francese, cosa che suscitò forti reazioni, in particolare da parte dell'estrema destra. Lo ha chiesto anche il ministro dell'Interno, Bruno Retailleau “sviluppare il nostro arsenale legale”.
Imbroglio provvisorio al Senato
Martedì sera la proposta di proroga della detenzione amministrativa degli immigrati clandestini “pericoloso” è stata tuttavia respinta dal Senato, su richiesta del governo che ha preferito rinviare la questione alla futura legge sull'immigrazione. La destra senatoriale, alleata del governo, che intendeva portare a compimento dalla caduta una misura cara a Beauvau, è stata invitata dall'esecutivo a rinviare. In questione, l'estensione a 180 giorni, o addirittura a 210 giorni in alcuni casi, della durata della detenzione in un centro di detenzione amministrativa (CRA) per “stranieri condannati all'espulsione dal territorio francese a causa della commissione di un reato sessuale o violento grave”.
Attualmente questa durata è fissata a un massimo di 90 giorni, ma la destra senatoriale ha voluto allineare la legge a un sistema simile già esistente in materia di terrorismo, ovvero 210 giorni. “Il governo condivide pienamente l’obiettivo, senza alcuna ambiguità” ma preferirò “inserirlo in un veicolo legislativo adeguato”ha difeso il ministro, seguito infine dalla destra e dai centristi che avevano introdotto la misura la settimana scorsa in commissione.
Aggiornato alle 20 con l'incriminazione dell'indagato.