Premio
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Lo scrittore franco-algerino ha ricevuto lunedì il famoso premio per un romanzo istruttivo, nonostante una certa pesantezza, in cui dà voce a una donna vittima del decennio oscuro dell'Algeria.
Si diceva che il fortunato candidato per Goncourt sarebbe stato uno dei due candidati, uno dei due uomini rimasti in corsa, Kamel Daoud e Gaël Faye. Al primo, Daoud, andò il Goncourt, al secondo il Renaudot. L'autore di Ore (Gallimard) ha quasi vinto il premio nel 2015 per Meursault, controinchiesta (Atti del Sud). Circa dieci anni dopo, ecco lo scrittore e giornalista nato in Algeria nel 1970, premiato per il suo terzo romanzo, anche se ha recentemente lasciato Orano per stabilirsi in Francia. Ha anche, ma non meno importante, cambiato casa editrice. Dal 2014 è nel mirino di una fatwa e nel 2016 accusato di islamofobia dopo un articolo da lui scritto per il mondoha annunciato che avrebbe rinunciato alla sua attività giornalistica. Rimane editorialista presso Punto.
Ore è un romanzo essenziale, istruttivo e coraggioso, tanto da mettere da parte il fatto che è sovraccarico di allegorie e appesantito da questi simboli. Quando si apre, la sua energia sorprende e avvolge il lettore.