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Migliaia di iraniani si sono riuniti questa domenica, 3 novembre, nel centro della capitale Teheran e in tutto il Paese per celebrare il 45° anniversario della presa degli ostaggi presso l'ambasciata degli Stati Uniti nel 1979.
Davanti all'ex rappresentanza diplomatica americana hanno sventolato le bandiere dell'Iran, della Palestina e del movimento sciita libanese Hezbollah, sostenuto dalla Repubblica islamica.
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Molti di loro portavano cartelli con slogan “Morte all’America” et “Morte a Israele” in persiano e inglese.
Di fronte alla folla di Teheran, il generale Hossein Salami, capo del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie, l’esercito ideologico della Repubblica Islamica, ha castigato gli Stati Uniti e il loro alleato israeliano.
Israeliani e americani “Non possiamo sopravvivere massacrando i musulmani, li avvertiamo sempre che se non cambiano il loro comportamento andranno verso il collasso e la distruzione”ha dichiarato durante un discorso trasmesso in televisione.
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Da sabato mattina i media statali trasmettono inni rivoluzionari che denunciano la «crimini» degli Stati Uniti contro l’Iran.
Proteste simili hanno avuto luogo in molte altre città del Paese, tra cui Shiraz (sud), Abadan (sud-ovest), Bandar Abbas (sud) e Sari nel nord.
52 diplomatici detenuti da più di un anno
Il 4 novembre 1979, meno di nove mesi dopo il rovesciamento dell'ultimo Scià dell'Iran, un gruppo di studenti sostenitori della Rivoluzione Islamica fece irruzione nell'ambasciata degli Stati Uniti a Teheran, accusato di essere un “nido di spie”.
Gli studenti avevano chiesto, per liberare gli ostaggi, che gli Stati Uniti estradassero lo scià affinché potesse essere processato in Iran.
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La crisi si concluse solo 444 giorni dopo, con la morte del sovrano deposto in Egitto, con la liberazione di 52 diplomatici americani.
Washington ha successivamente interrotto le relazioni diplomatiche con Teheran, che da allora non sono più state ripristinate, e ha imposto un embargo.
La manifestazione di domenica mattina ha avuto luogo in un momento in cui Israele, il nemico giurato della Repubblica islamica, è in guerra contro diversi alleati dell'Iran: contro Hamas a Gaza ma anche al confine settentrionale contro Hezbollah.
Sparatoria tra Iran e Israele
Il 26 ottobre, l’esercito israeliano ha ammesso pubblicamente per la prima volta di aver attaccato obiettivi militari sul territorio iraniano, in un’operazione presentata come ritorsione per gli attacchi missilistici iraniani contro Israele del 1° ottobre.
Israele ha messo in guardia l'Iran da qualsiasi risposta a questi attacchi, che secondo le autorità iraniane hanno ucciso almeno quattro soldati.
Il leader supremo iraniano, l’Ayatollah Ali Khamenei, ha promesso sabato di rispondere a qualsiasi attacco da parte di Israele e del suo alleato, gli Stati Uniti, contro l’Iran o i suoi gruppi alleati nella regione.
Da parte loro, gli Stati Uniti hanno annunciato venerdì nuovi dispiegamenti in Medio Oriente, compresi mezzi di difesa contro missili balistici, aerei da combattimento e bombardieri, che arriveranno “nei prossimi mesi” per il “difesa di Israele” e come monito per l’Iran.
A cura di Le Nouvel Obs con AFP