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le truffe fioriscono nel settore della morte

le truffe fioriscono nel settore della morte
le truffe fioriscono nel settore della morte
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La Direzione generale per la concorrenza, i consumatori e la prevenzione delle frodi (DGCCRF) mette in guardia i consumatori dalle “pratiche commerciali ingannevoli” messe in atto dai professionisti delle assicurazioni funebri e dei servizi funebri. Modalità già indicate dall'amministrazione fin dal 2015 e alle quali gli operatori si sono impegnati a ritornare entro il 1° luglio 2025.

Dopo il lutto per i cari dei defunti, arrivano… le truffe? Alla vigilia di Ognissanti, questo giovedì 31 ottobre, la Direzione generale della concorrenza, dei consumatori e del controllo delle frodi (DGCCRF) ha messo in guardia, in un comunicato stampa, “pratiche commerciali ingannevoli persistenti nel settore delle assicurazioni funebri e dei servizi funebri”.

Queste carenze riguardano i contratti di assicurazione funebre, che vengono stipulati generalmente da giovani pensionati o da persone entrate da poco in una casa di riposo per risparmiare ai propri cari i costi del funerale. Ricordiamo che nel 2023, secondo Assureurs, 205.000 decessi sono stati coperti da tale assicurazione funeraria, ovvero il 32% dei 638.000 decessi annuali.

Nel dettaglio, la DGCCRF segnala diverse violazioni, in particolare una certa mancanza di trasparenza e leggibilità per il consumatore. Ad esempio, alcuni contratti non menzionano il resto a carico della famiglia del defunto, che potrebbe includere i costi per lo scavo di una tomba.

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Allo stesso modo, alcuni operatori mantengono la confusione tra servizi regolamentari obbligatori (come la fornitura di una bara, la cremazione o la sepoltura) e servizi facoltativi (come le toilette funebri, la fornitura di cripte o lavori di sepoltura in marmo). Del “differenze significative tra il prezzo delle bare esposte e quello praticato alle famiglie” sono stati anche osservati.

Inoltre, alcune proposte di contratto contengono clausole che non rispettano i diritti del consumatore, come ad esempio offrire l'addebito diretto come unico mezzo di pagamento o nascondere i dati di contatto del mediatore, incaricato appunto di intervenire in caso di conflitto tra i l'assicuratore e la famiglia del defunto.

Impegni degli operatori

In totale, un terzo dei 69 operatori ispezionati (tra cui agenzie bancarie, assicurazioni, mutue e broker) “presentato anomalie, che hanno dato luogo a 27 diffide e 5 ordinanze di ottemperanza”indica la Repressione frodi che ha condotto la sua ultima indagine nel settore delle assicurazioni funebri nel 2022.

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Si ricorda che già nel 2015 la DGCCRF aveva segnalato la mancanza di informazioni fornite agli assicurati ma anche pratiche commerciali ingannevoli nel settore. A quella data il tasso di anomalia era già pari al 23%. A fronte di tutte le carenze riscontrate – e soprattutto della loro persistenza nel tempo – questa amministrazione ha avviato una nuova indagine nazionale che ha avuto inizio nel 2024 e proseguirà fino al 2025.

Soprattutto perché la DGCCRF non è la prima né l’unica a denunciare queste cattive pratiche. Su richiesta del Ministero dell'Economia e delle Finanze, il Comitato consultivo del settore finanziario (CCRF) ha pubblicato il 15 ottobre un parere in cui sottolinea “la scarsa leggibilità complessiva delle informazioni precontrattuali fornite ai sottoscrittori, in particolare a causa dell’inadeguatezza della normativa applicata ai contratti funebri”.

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Contattato da Mariannela CCRF assicura che, in risposta, i professionisti si siano impegnati a rafforzare la leggibilità delle loro informazioni contrattuali, ma anche le garanzie dei loro assicurati. Ad esempio, riducendo il periodo di attesa – che designa il periodo di tempo che intercorre tra la sottoscrizione del contratto di assicurazione funeraria e la sua entrata in vigore – fino a un massimo di un anno. L'esecuzione di questi impegni deve avvenire, al più tardi, il 1 luglio 2025. Se la CCRF non ha il potere di sanzionare, sarà responsabile di effettuare una valutazione della corretta applicazione di queste garanzie, un anno dopo la loro con scarsi risultati, ovvero nel luglio 2026.

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