Conferenza al Midi Libre: “Le nostre società sono progredite quando i valori di ieri sono stati messi in discussione” assicura Dominique Rousseau

Conferenza al Midi Libre: “Le nostre società sono progredite quando i valori di ieri sono stati messi in discussione” assicura Dominique Rousseau
Conferenza al Midi Libre: “Le nostre società sono progredite quando i valori di ieri sono stati messi in discussione” assicura Dominique Rousseau
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Dominique Rousseau, professore di diritto costituzionale, lo storico Loris Chavanette, il saggista Jad Zahab e il sindaco di Montpellier Michaël Delafosse sono intervenuti nel corso di una tavola rotonda. Al centro: i valori.

“I valori di ieri sono oggi minacciati?” Domanda, importante, di scottante attualità, posta ai quattro partecipanti alla terza tavola rotonda organizzata nell’ambito di questo convegno.

Con, quindi, come cornice storica le commemorazioni dell’80° anniversario della Liberazione. E, per rispondere, il professore di diritto costituzionale Dominique Rousseau ha aperto l’incontro osando fare un passo laterale: “Valori, ma quali valori?” chiese.

I valori di ieri “fortunatamente minacciati”

Un po’ provocatorio, ha continuato: “Per fortuna, i nostri valori di ieri sono in pericolo perché le nostre società hanno offerto qualcosa di nuovo quando sono state contestate, dibattute, messe in discussione”.

E il costituzionalista illustra il suo punto con l’esempio: “Il valore della ragione, in filosofia, si è imposto solo dopo essere succeduto al valore della religione, che è stato definitivamente scartato. I valori di ieri? Il primato della mascolinità? L’ossessione dell’auto? La vita professionale che domina quella familiare Attaccarsi ai valori di ieri non è necessariamente un segno di buona salute per una società. È la sindrome della soffitta: andiamo a cercare ciò che abbiamo amato, ma è lì che troveremo ciò che creerà i valori di oggi?

Un buon compromesso”

Le linee di pensiero erano aperte. Lo storico Loris Chavanette ha preso il primo: “I valori sono anche diritti. C’è, da un lato, l’universalità dei valori, e, dall’altro, l’arte di porre limiti nella legge”.

Pertanto, ha assicurato l’autore di La tentazione della disperazione, “Bisogna trovare il giusto compromesso”. E “avere una buona proiezione per consentire un’eredità” potrebbe essere uno. “Progresso e patrimonio sono inseparabili” ha insistito. Prima di fare il collegamento con la Liberazione: “E il 1944 è lutto e sofferenza. Entrambi ci costruiscono”.

“Una crisi di consenso”

Il saggista Jad Zahab è tornato sulla domanda iniziale con un altro approccio, non meno rilevante: “Ciò che fa una nazione è il consenso. Tuttavia, da 25, 30 anni, stiamo attraversando una crisi di consenso: alle tasse, allo Stato, alle regole del gioco democratico. Lo vediamo con l’astensione che resta partito leader in Francia.”

Un paese, dove, considera colui che è anche l’autore di Riscoprire la Repubblica, “abbiamo 67 milioni di identità. Ma che si uniscono dietro una cittadinanza, e sulla base di valori comuni. Ma condividiamo sempre meno questi valori. E poi, siamo ancora d’accordo a essere in disaccordo? Ci chiediamo quando vedi, ad esempio, gli scambi nell’Assemblea nazionale. E anche se tutto deve poter essere discusso, come possiamo vivere insieme se non siamo più d’accordo sul quadro…”

Regimi autoritari e democrazie illiberali

Quando è toccato a lui parlare, Michaël Delafosse ha scelto di allargare il dibattito a livello internazionale: “Un regista inglese evoca nel film Guerra civile il rischio di una guerra civile negli Stati Uniti, e stiamo assistendo a ritorni o ondate dell’estrema destra nei paesi che hanno vissuto dittature nel 20° secoloe secolo, Germania, Italia, Spagna…” chiese così.

Anche il sindaco di Montpellier, anche lui professore di storia, ha avvertito: “Altri modelli stanno emergendo nel mondo. Con i regimi autoritari in Russia, in India, il paese più popoloso del mondo, c’è anche l’arrivo delle democrazie illiberali”..

Quindi spostare le griglie di lettura per comprendere queste nuove problematiche nelle società alla ricerca di punti di riferimento: “La laicità, tema che mi sta a cuore, è anche oggetto di confusione” osserva Michaël Delafosse.

“La democrazia è una lotta”

Secondo chi, “I valori di ieri devono essere invocati, come è avvenuto dopo Charlie, dopo Hypercasher: i francesi hanno marciato e hanno convocato Voltaire! Bisogna invocarli anche di fronte all’antisemitismo. E dobbiamo riarmare i valori di fronte all’antisemitismo. il torrente populista”.

“La democrazia è una lotta. Non tra il bene e il male, ma tra il complesso e il facile. In un mondo complesso non esistono soluzioni facili, chi dice il contrario mente agli elettori” ha detto Jad Zahab con un’allusione appena velata alle elezioni del 9 giugno. “Oggi tutto è polarizzato, dobbiamo riscoprire il coraggio della sfumatura come scriveva Jean Birnbaum” ha aggiunto Michael Delafosse.

Leggi la Dichiarazione del 1789

Loris Chavanette ha avvertito di un altro pericolo: “La strumentalizzazione della storia. Gli Insoumi, per esempio, non devono avere il monopolio della Rivoluzione francese. È nazionale. E con la presa della Bastiglia, non è solo il popolo che cercherà la polvere da sparo, è anche la persone che difendono l’Assemblea!”

E se, appunto, tutte le risposte fossero tratte dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789? Dominique Rousseau vi aderisce: “È l’anello di congiunzione in cui si radicano i valori. C’è tutto. Dobbiamo fare riferimento a questo testo, ovviamente ricollegandolo ai valori di oggi. Vi si parla ad esempio della libertà di espressione. Ma i suoi redattori non pensavano necessariamente al Internet mentre lo scrivo…”

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