Biden evita la stampa, accusata di essere troppo interessata alla sua età

Biden evita la stampa, accusata di essere troppo interessata alla sua età
Biden evita la stampa, accusata di essere troppo interessata alla sua età
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Secondo il team elettorale di Joe Biden, i media sono più interessati alla sua età che ai suoi risultati economici.

AFP

È la tensione delle prossime elezioni? Frustrazione per una campagna che non sta andando come voleva? Smentita di fronte ai sondaggi cupi? Joe Biden è in ogni caso sempre più scontroso con i giornalisti.

Il presidente democratico americano, che affronterà il suo predecessore repubblicano Donald Trump a novembre per un secondo mandato, aumenta le sue dichiarazioni acide.

“Ho pregato per tutti voi. Hai bisogno di aiuto!” ha detto recentemente, uscendo dalla chiesa, a un giornalista che gli ha semplicemente chiesto come avesse trascorso la giornata.

Giovedì, durante una conferenza stampa con il presidente keniano William Ruto, il democratico 81enne ha borbottato: “Voi (implicitamente: giornalisti) non mantenete mai la parola data”.

Un giornalista lo ha interrogato sia sulla situazione ad Haiti che sulla guerra a Gaza. Tuttavia, il presidente americano aveva previsto di rispondere solo a “una domanda”. Alla fine ha però parlato brevemente della situazione in Medio Oriente.

Mantiene le distanze

Il team elettorale del democratico critica i media per aver sottovalutato il pericolo che Donald Trump rappresenta per la democrazia, e per essere più interessati all’età di Joe Biden che ai suoi risultati economici, considerati relativamente buoni.

Lungi dall’attaccare soltanto i media conservatori, il campo di Biden ha sviluppato una particolare ostilità nei confronti del “New York Times”, un quotidiano considerato tuttavia di centrosinistra.

“Chi chiude un occhio davanti alle bugie di Donald Trump? Il “New York Times!” ha preso d’assalto il portavoce della campagna di Joe Biden, dopo che il principale quotidiano aveva smantellato, a febbraio, alcune affermazioni di Joe Biden sull’economia.

Quest’ultimo non ha mai attaccato la stampa con la stessa violenza di Donald Trump.

Ma mentre il magnate 77enne si avvicina al minimo microfono, Joe Biden mantiene le distanze.

Fa pochissime conferenze stampa importanti, raramente interviste, mai scambi informali durante un lungo viaggio aereo.

Schermo tra lui e i giornalisti

Fino a poco tempo fa, a volte rispondeva a due o tre domande prima di salire sul suo elicottero, in partenza dalla Casa Bianca.

D’ora in poi il presidente americano, invece di incamminarsi da solo verso l’apparecchio, si circonderà di un gruppo di consiglieri che faranno da schermo tra lui e i giornalisti.

Ciò impedisce domande e nasconde tra gli obiettivi l’approccio divenuto molto cauto da parte del candidato democratico.

Il malumore di Joe Biden coincide con sondaggi poco incoraggianti. Numerosi sondaggi d’opinione lo mostrano in difficoltà nei confronti di Donald Trump, non necessariamente nelle intenzioni di voto generali, ma negli “swing states”, quei sei o sette stati che decideranno effettivamente le elezioni.

Da un lato, il presidente contesta la solidità dei sondaggi d’opinione: “È difficile avere un sondaggio razionale di questi tempi. (…) Bisogna fare tante telefonate» prima di raggiungere qualcuno, ha detto recentemente. D’altro canto, analizza questi stessi sondaggi alla ricerca di segnali favorevoli.

«La stampa non ne parla ma la dinamica è chiaramente a nostro favore», ripete ai suoi sostenitori.

False speranze?

“La campagna di Joe Biden è basata su false speranze?”: questo il titolo di un’intervista del settimanale “New Yorker” a uno stratega democratico, Simon Rosenberg, che tuttavia resta decisamente ottimista.

L’analista sottolinea, in un video pubblicato giovedì, che nessun sondaggio finora, per quanto favorevole possa essere, garantisce a Donald Trump i 270 elettori necessari per la vittoria finale.

“Non siamo dove vorremmo essere e ci resta ancora molto lavoro”, ma “senza dubbio preferisco essere al nostro posto piuttosto che al loro”, dice Simon Rosenberg dei repubblicani.

A destra o a torto, la frustrazione di Joe Biden nei confronti dei media tradizionali non deve farci dimenticare che questi ultimi hanno sempre meno influenza sugli elettori.

Secondo un sondaggio condotto lo scorso dicembre dall’Università del Maryland e pubblicato dal Washington Post, il 14% degli americani si informa innanzitutto da fonti diverse dalla televisione, dalla radio o dai giornali.

Seguono Fox News, il canale preferito dalla destra americana e media preferito dal 13% degli intervistati, le televisioni locali (12%), la CNN (8%) e infine Facebook (7%).

La stampa scritta è ancora indietro. Solo il 5% degli intervistati cita ad esempio il “New York Times”.

(afp)

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