Medaglia d’argento svizzera: Commento: molto più difficile da digerire rispetto al 2013 e al 2018

Medaglia d’argento svizzera: Commento: molto più difficile da digerire rispetto al 2013 e al 2018
Medaglia d’argento svizzera: Commento: molto più difficile da digerire rispetto al 2013 e al 2018
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Questa sconfitta in finale è molto più amara della prima, quella del 2013, quando la Nazionale guidata allora da Sean Simpson si ritrovò, con sorpresa di tutti, sull’ultimo gradino.

Anche la sconfitta di domenica a Praga contro la Repubblica Ceca fa molto più male di quella del 2018 a Copenaghen, quando la Svizzera, sicuramente ambiziosa, arrivò in finale senza che davvero se lo aspettasse.

I nazionali svizzeri che hanno preso parte a queste tre epopee lo hanno sottolineato tutti: il 2024 è un crepacuore molto più doloroso dei due precedenti.

A Praga la Svizzera di Patrick Fischer sembrava matura per mettere a segno un colpo di stato. Le stelle si erano allineate: Roman Josi, il centravanti, era in gioco per la prima volta in cinque anni.

Kevin Fiala (eletto MVP del torneo) e Nico Hischier non erano mai stati così forti e d’impatto in maglia nazionale. Clamorosa la prestazione di Fiala, arrivata lungo il cammino pochi giorni dopo la nascita del suo primo figlio.

Quanto a Leonardo Genoni, a 36 anni e dopo due stagioni difficili all’EV Zug, ha ritrovato la sua magia giusto in tempo ed è stato fenomenale davanti alla rete svizzera. Anche il quarantenne Andres Ambühl aveva riacquistato le gambe di quando aveva 20 anni. Altri giocatori hanno trovato il modo di brillare all’ombra dei rinforzi della NHL. Come il friborghese Christoph Bertschy, o lo Chaux-de-Fonnier del CP Berna Romain Loeffel.

In questa squadra è successo qualcosa di molto forte: è stata la storia di un pugno di giocatori eccezionali e di altri talentuosi giocatori di hockey che si sono “ritrovati” al momento giusto, e che sono “cresciuti” tutti insieme in modo irresistibile durante queste due settimane di concorrenza. In questo senso, la semifinale vinta sabato contro il Canada è uno dei momenti che forgiano l’identità di una squadra.

La Svizzera di Patrick Fischer ha perso la sua seconda finale, ma a due anni dalla scadenza del contratto dell’allenatore (2026, dopo Olimpiadi e Mondiali in Svizzera), ha appena ricominciato dopo le numerose delusioni degli ultimi anni. Questo è soprattutto ciò di cui aveva bisogno dopo aver deluso troppe volte dalla precedente epopea del 2018.

Se possiamo pensare che la Svizzera prima o poi vincerà una finale mondiale, l’equilibrio resta fragile. Per brillare ai Mondiali, la selezione resta dipendente dalla disponibilità dei suoi migliori giocatori impegnati nella NHL.

Speriamo che le stelle si allineino di nuovo nel 2026, durante la Coppa del Mondo in Svizzera, e che i rinforzi della NHL siano disponibili e investiti equamente nella causa nazionale. Un titolo mondiale poi sarà di nuovo possibile, e forse questa volta sarà quella giusta.

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