“La via da seguire”… Tutto ciò che Pierre Sage e il Lione devono migliorare per competere un giorno con il Parigi

“La via da seguire”… Tutto ciò che Pierre Sage e il Lione devono migliorare per competere un giorno con il Parigi
“La via da seguire”… Tutto ciò che Pierre Sage e il Lione devono migliorare per competere un giorno con il Parigi
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Allo stadio Pierre-Mauroy (Villeneuve-d’Ascq),

Qualche mese fa, potevamo benissimo immaginare l’Olympique Lyonnais, allora ultimo in Ligue 1, dover lottare contro Dunkerque, Rodez o Bordeaux all’inizio dell’anno scolastico, e ricostruirsi su un campo in rovina. Fortunatamente per i Gones, la finestra di mercato invernale è passata e Babbo Natale, con qualche giorno di anticipo, è venuto a infilare un Pierre Sage sotto l’albero.

Una rimonta pazzesca in L1 e un’epica nella Coupe de France più tardi, l’OL può avere molte speranze per la prossima stagione. Lo riconosciamo, il discorso è forse complicato da ascoltare, a poche ore dalla sconfitta nella finale della Coupe de France contro il Parigi (1-2), ma una volta passata la sbornia, la voce riacquista e il cervello meno annebbiato, i tifosi del Lione, rumorosi e in maggioranza sabato allo stadio Pierre-Mauroy, possono cominciare a sognare, e perché no venire a solleticare il PSG, anche se certe cose vanno migliorate.

Avvicinati, cambierai

Sculacciato al Parco dei Principi (4-1), un mese fa, i lionesi avevano giurato, croce di legno, croce di ferro, se mento vado al diavolo, che questa sconfitta non era preoccupante in vista della finale della Coupe de France. Abbiamo quindi immaginato che l’OL riprendesse le basi del secondo periodo, più vincente con 5 difensori, a Parigi per questa finale. Non è successo. Anche se Pierre Sage aveva schierato una squadra meno offensiva, furono mangiati vivi da Dembélé & co, soprattutto nel primo atto.

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“Il primo tempo non è stato all’altezza dell’occasione”, ha commentato l’allenatore del Lione in conferenza stampa. Per quello ? Abbiamo difeso tanto, abbiamo regalato palla troppo velocemente. È dipeso dalla nostra capacità di tenere la palla quando recuperavamo. Avevo messo in fila i giocatori per quello [notamment Cherki], ma non era sufficiente. » Con le spalle al muro nei suoi 35 metri, l’OL ha preso un’onda dopo l’altra, senza avere il tempo di togliere la testa dall’acqua. E finì, ovviamente, per crollare.

Segnando, non lascerai andare

Nella zona mista, dopo la partita, il capitano Alexandre Lacazette, “triste e deluso”, ha deplorato la mancanza di realismo della sua squadra “nelle aree”. Soprattutto nella loro zona, a dire il vero. Nel primo tempo, e anche all’inizio del secondo, i parigini si accamparono entro i 30 metri del Lione e lanciarono un missile dopo l’altro (terra-aria, terra-terra) in area di rigore. E i bastioni di Lione, come spesso in questa stagione, si sono rotti rapidamente, in modo piuttosto grottesco.

Sul primo gol, Nuno Mendes è in una vasca idromassaggio per crossare e, in ricezione, Ousmane Dembélé approfitta di una brutta uscita di Luca Perri, altrimenti imperiale, e di una marcatura dilettante di Saïd Benrahma per segnare di testa. Crocifisso, crocifisso. E per ribadire il concetto, Fabian Ruiz non ha lasciato che l’offerta di una difesa dilettante andasse sprecata una decina di minuti dopo.

Lo spagnolo, ottimo sabato sera, recupera, stranamente solo quasi sulla linea di porta, un cross di Ousmane Dembélé, già dimenticato in piena area di rigore. “Sono due obiettivi evitabili”, ha analizzato freddamente Maxence Caqueret. “Ciò dimostra la procedura da seguire per competere con un avversario di questo calibro, dato che abbiamo perso tre volte contro di loro in questa stagione”, ha sottolineato Pierre Sage.

Le opportunità si materializzeranno

Beh, siamo onesti, l’OL non ha avuto moltissime opportunità, ma raramente ha realizzato i rari tiri che aveva (2 tiri in porta su 9). E i Gones possono rimpiangere soprattutto la stratosferica parata di Gianluigi Donnarumma su un colpo di testa di Nicolas Tagliafico su calcio d’angolo, pochi minuti dopo che il divario nel punteggio era stato ridotto dal colosso del Cork, Jake O’Brien.

Alla domanda su cosa si fosse perso a Lione, Sage ha risposto: “
Segna l’opportunità che abbiamo. Non c’erano molte opportunità. Contro questo tipo di squadre devi giocare una partita quasi perfetta. Se vogliamo essere ambiziosi, dobbiamo vedere la differenza tra questo tipo di squadre e ciò che vogliamo fare. » Anche Alexandre Lacazette si è rammaricato di non essere stato “più pericoloso”.

Cherki, in panchina, lo lascerai

Pierre Sage ci aveva già provato durante la partita al Parco dei Principi, schierando Rayan Cherki come trequartista. Non ha funzionato. Il tecnico del Lione ha riprovato l’esperienza al Lille, ma questa volta in un ruolo di ala destra che non gli si addice. Se era rigoroso nelle sue ritirate difensive, aveva molta difficoltà ad esprimersi in modo offensivo.

Il suo unico fatto d’armi, o quasi, una punizione ottenuta vicino alla linea di porta parigina. E poi non molto altro. Allineato da una parte, il giocatore allenato all’OL non ha i fondi per ripetere instancabilmente gli sforzi. E non è mai migliore di quando entra in gioco, quando le difese sono un po’ meno attente. Soprattutto perché il suo sostituto, Ernest Nuamah, non ha portato molto quando è arrivato in campo.

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