Palestina, Metoo, Trump… Star sempre più coinvolte sul red carpet di Cannes

Palestina, Metoo, Trump… Star sempre più coinvolte sul red carpet di Cannes
Palestina, Metoo, Trump… Star sempre più coinvolte sul red carpet di Cannes
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La violenza sessuale e di genere, i diritti delle donne in Iran, il conflitto israelo-palestinese, la precarietà dei lavoratori intermittenti… Quest’anno, le personalità presenti a Cannes avevano più di una causa da difendere e hanno mostrato con orgoglio il loro sostegno sul tappeto rosso della festa.

E il premio per l’impegno va a Judith Godrèche, l’attrice e sceneggiatrice all’origine della seconda ondata #MeToo, venuta a presentare il suo cortometraggio “Me Too”. Accompagnata dalla figlia Tess Barthélémy e dal figlio Noé Boon, Judith Godrèche si coprì la bocca con le mani e rimase immobile per alcuni secondi in cima alla scalinata del Palazzo.

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Un gesto forte perché rappresenta il silenzio imposto alle vittime di violenza sessista e sessuale.

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Il conflitto israelo-palestinese è arrivato a Cannes

Un’altra causa particolarmente presente sul red carpet di Cannes, quella dei palestinesi. L’attrice franco-algerina Leïla Bekhti è stata una delle prime a mostrare il suo sostegno alla Palestina indossando una piccola spilla a forma di cuore color anguria. Un frutto utilizzato per diversi mesi per rappresentare la Palestina – e l’impegno per la causa palestinese – per la vicinanza dei suoi colori a quelli della bandiera dell’enclave.

Un gesto che è stato ribadito da altri, tra cui la troupe del film indiano “All we immagina as light”, che sfoggiava un’elegante borsa color anguria, o anche Cate Blanchett, il cui risvolto di uno dei suoi abiti era stato cucito in verde, un cenno alla bandiera palestinese.

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Allo stesso tempo, una sopravvissuta agli attacchi del 7 ottobre, Laura Blajman-Kadar, indossava una sciarpa con la scritta “Bring them home”, in riferimento agli ostaggi israeliani tenuti da Hamas. Sull’abito di questo sopravvissuto apparivano anche numerose foto di ostaggi.

Molte cause da difendere

L’attrice franco-iraniana Golshifteh Farahani ha accompagnato il regista iraniano in esilio Mohammad Rasoulof sul tappeto rosso per la proiezione di “Seeds of the Wild Fig Tree”, film girato selvaggiamente a Teheran in preda ad una grave crisi politica e sociale.

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