Secondo un’importante fonte di sicurezza in Medio Oriente, citata oggi dal quotidiano saudita “Elaph”, Israele ha recentemente posto al presidente siriano Bashar al-Assad una scelta cruciale: o mantenere l’alleanza con l’asse iraniano a rischio di perdere il potere, o migliorare le sue relazioni con i paesi arabi, in particolare l’Arabia Saudita, per mantenere la sua presidenza – a condizione di ritirare il suo sostegno all’Iran.
Azioni concrete sono già state osservate: l’esercito siriano ha effettuato l’evacuazione forzata dei militanti Hezbollah da due posizioni ad Al-Zabadani, una città situata a nord-ovest di Damasco vicino al confine libanese. L’evacuazione, effettuata su richiesta di Israele, ha interessato i siti di deposito di armi destinati a Hezbollah in Libano.
Questa situazione ha causato gravi dissensi all’interno del governo siriano. È scoppiato un conflitto tra il presidente al-Assad e suo fratello Maher, comandante della 4a divisione dell’esercito siriano. Quest’ultimo si oppone fermamente all’abbandono del sostegno iraniano, arrivando addirittura a rifiutarsi di partecipare a un incontro convocato dal fratello presidente per risolvere la questione, nonostante le minacce.
Israele aveva già inviato avvertimenti diretti a Maher al-Assad, in particolare prendendo di mira un’area sotto il suo controllo vicino a Damasco, il che spiega la sua recente scomparsa dalla scena pubblica.
Nei suoi messaggi al regime siriano, Israele ha chiarito che la Siria si trova in una situazione esplosiva a causa del suo sostegno alle milizie filo-iraniane. Il fatto che Hezbollah continui a procurarsi armi e finanziamenti attraverso il territorio siriano potrebbe costringere Israele a considerare di rovesciare il regime siriano.
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