La commovente serie Arte è ispirata a una storia vera?

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Raccontando la storia di una giovane ragazza nativa americana sottratta alla sua famiglia in Canada negli anni ’60, la serie Piccolo uccello, in onda da giovedì 23 maggio su Arte, è tratto da una storia vera? Télé-Loisirs ti risponde!

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Questo giovedì 23 maggio non perdetevi in ​​nessun caso la serie commovente e luminosa Piccolo uccello, di cui Arte trasmette tutte le 6 puntate dalle 20:55 – e che è già disponibile su arte.tv. Un dramma commovente che affonda le sue radici nella storia canadese moderna…

Piccolo uccello : Di cosa parla la serie Arte trasmessa questo giovedì 23 maggio?

Alla fine degli anni ’60, il piccolo Bezhig Little Bird (Keris Speranza Hill) vive serenamente con la sua famiglia di nativi americani nella riserva di Long Pine, nel cuore della provincia canadese del Saskatchewan, lontano da tutto. A seguito di un piccolo alterco con la polizia, viene portata via dai suoi genitori dai servizi sociali del paese. Molti anni dopo, ribattezzata Esther (Darla Contois) e cresciuto a Montreal da Golda (Lisa Edelsteinnotevole in un ruolo molto lontano da quello in cui ha interpretato Dottor House !) all’interno di una famiglia ebrea, sta per sposare il gentile e devoto David (Rowen Kahn). Ma il trauma e le sue radici verranno presto a galla…

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Piccolo uccello : La commovente serie Arte è ispirata a una storia vera?

Piccolo uccello inizia con questa frase, scritta su un pezzo di cartone: “Per 200 anni, in Canada e negli Stati Uniti, i bambini indigeni sono stati sottratti alle loro famiglie. Questa pratica è iniziata con il sistema scolastico residenziale. Lo “Scoop degli anni ’60” si riferisce alla politica del governo responsabile dell’allontanamento forzato dei bambini indigeni dal Canada. Questa serie è ispirata a eventi realmente accaduti.” Se la storia di Piccolo uccello di per sé non è vero, in realtà ci sono state migliaia di Ester, migliaia di bambini rieducati da un sistema che cerca di “normalizzare” o addirittura cancellare un’intera cultura. È questa verità storica che racconta lo sceneggiatore Jennifer Podemski, lei stessa ebrea e originaria della comunità Anishinaabe, che crea un dramma salutare dedicato alle vittime indigene della protezione dell’infanzia. Per portare a termine questa preziosa impresa, si è circondata di tecnici e attori dei popoli nativi americani, in modo da supportare ulteriormente la sua tesi.

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