“Dobbiamo ucciderti”, “gas Sarin”: vittima di omofobia, Hoshi nel mirino delle richieste di omicidio

“Dobbiamo ucciderti”, “gas Sarin”: vittima di omofobia, Hoshi nel mirino delle richieste di omicidio
“Dobbiamo ucciderti”, “gas Sarin”: vittima di omofobia, Hoshi nel mirino delle richieste di omicidio
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La cantante Hoshi, nota per il suo impegno a favore dei diritti dei gay, è vittima di violente molestie online dal 17 maggio. In occasione della giornata mondiale contro la LGBTfobia, l’artista ha postato sui suoi social network una sua foto sul palco, con in mano una bandiera dai colori LGBT, mentre due arcobaleni colorano le nuvole dietro il pubblico. Questa semplice immagine gli è valsa commenti odiosi e minacce di morte, in particolare su Facebook.

“Minacce di attentato”

Hoshi ha condiviso gli screenshot di alcuni di questi commenti agghiaccianti: “ Dobbiamo ucciderti”Qui servono i terroristi”, “un elicottero con un mitragliatore”, “vorrei essere lì con il gas sarin per fumarti”, “una bomba”…Osservazioni che possono rientrare nella legge, ma che alcuni fanno comunque sotto il loro vero nome. “ In Francia nel 2024 si possono commentare pubblicamente post con commenti omofobici, minacce di morte, minacce di attentato”denuncia l’artista.

“Elimino i commenti e li blocco ripetutamente ma esistono e dietro questi account ci sono persone malintenzionate che forse un giorno prenderanno provvedimenti,” preoccupa Hoshi, che denuncia la lentezza della giustizia nei casi di molestie online: “ Se presento una denuncia, ci vorranno mesi o addirittura anni prima che una o due persone vengano giudicate. »

Numeri in aumento

L’artista aveva sporto denuncia nel 2020 per molestie morali “da branco”, “minacce di morte e di stupro”, insulti aggravati e incitamento all’odio. Un singolo utente Internet, di 21 anni, è stato condannato a due mesi di prigione. Durante i suoi colloqui con gli investigatori, ha ammesso di aver inviato a Hoshi una serie di messaggi trattandola come ” grande scrofa “, ” diga sporca ” O ” lesbica sporca “.

Dal 2016, gli attacchi anti-LGBT+ sono aumentati notevolmente e il 2023 non ha fatto eccezione alla regola: lo scorso anno sono stati registrati dal Ministero dell’Interno 2.870 crimini o delitti contro la comunità LGBT.

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