il presidente dello Stade de Reims Jean-Pierre Caillot fa il punto su questa stagione di Ligue 1

il presidente dello Stade de Reims Jean-Pierre Caillot fa il punto su questa stagione di Ligue 1
il presidente dello Stade de Reims Jean-Pierre Caillot fa il punto su questa stagione di Ligue 1
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Dobbiamo smetterla di banalizzare il 9e posto in Ligue 1. Ci sono molti club che ci invidiano di finire in questa classifica per il nostro sesto anno consecutivo a questo livello. Abbiamo raggiunto l’obiettivo che ci eravamo prefissati. E’ vero che durante questa stagione abbiamo potuto, ad un certo punto, immaginare che avremmo fatto meglio, puntare al 7e posto per esempio. L’analisi della nostra stagione mostra che abbiamo fatto ancora un altro passo nella nostra evoluzione. Ma quando vediamo che abbiamo perso sei punti contro due squadre retrocesse, mentre ci manca l’Europa per quattro punti, resta comunque un po’ di amarezza. Vorrei anche congratularmi con il nostro team Pro 2, 2e del suo girone Nazionale 3, i nostri giovani arrivati ​​alle semifinali della Coppa Gambardella, e le nostre donne classificate nelle prime 4 della D1.

Dopo una buona andata, nel gennaio 2024 c’è stato un rallentamento. Come lo spieghi?

Anche se dopo una rifocalizzazione siamo ripartiti nella direzione giusta, sono successe cose che hanno fatto scivolare la squadra per arrivare a questa serie in cui ci aspettavamo di fare tanti punti, ma che ci ha dato la possibilità di subire tre sconfitte consecutive.

Cosa è successo esattamente?

Anche la stampa europea ne ha parlato: abbiamo notato che il nostro allenatore andava un po’ in tutte le direzioni e le sue dichiarazioni indebolivano gli equilibri nello spogliatoio. Alcuni mi hanno ammesso che si sentivano come se fossero stati abbandonati.

Il problema deriva dalla comunicazione di Will Still?

Will Still, è stato un incontro molto bello, una storia molto bella. Corrispondeva al profilo che volevamo. Ma quando si scommette sui giovani bisogna accettare il fatto che a volte commettono degli errori. L’effetto Will Still ha fatto sì che a un certo punto ci fossero molte comunicazioni e richieste da parte sua. Si è perso un po’ e lo ha dimostrato nella gestione della squadra.

Perché l’hai licenziato?

Per sei mesi abbiamo visto che non era più l’allenatore che avevamo scelto. Le cose erano cambiate ed era difficile immaginare come sarebbe continuata la nostra storia. Non sono all’origine della sua partenza, piuttosto alla conclusione. Dopo la partita del Clermont (4-1), mi disse: “ Non ho più parole, non so più cosa fare, non ce la faccio più “. Ha chiesto un colloquio con il suo agente e suo padre. Dopo questa intervista siamo giunti alla conclusione che avevamo bisogno di sapere come concludere la nostra storia. Ha dimostrato correttezza: abbiamo abbandonato la clausola di riscatto nel suo contratto e lui nell’ultimo anno di contratto. Che, economicamente, è diventata un’operazione bianca. Siamo partiti da buoni amici e penso che sarà in grado di riprendersi con un altro progetto.

Perché non ha voluto finire la stagione?

Come persona responsabile, riteneva che per provocare un elettroshock fosse meglio fermarsi immediatamente. Non sono rimasto deluso perché sono stato io a dargli questa opportunità.

Perché secondo te il trasferimento di Azor Matusiwa al Rennes era diventato inevitabile?

Azor ha dovuto lasciarci l’estate scorsa. Eravamo d’accordo che ci sarebbe stata un’altra stagione. Durante il mercato invernale avevamo un’offerta per lui, che non potevamo rifiutare. Gli andava bene – teneva molto al suo stipendio – e anche a noi. Anche sapendo che avevamo due giocatori (Valentin Atangana e Amadou Koné) per sostituirlo. Il primo purtroppo è rimasto ferito, il che ci ha costretti a reclutare un elemento esterno (Benjamin Stambouli). Mantenere Azor sarebbe stata, economicamente, una pessima idea.

Non è stato un errore annunciare così presto il mancato rinnovo del contratto di Yunis Abdelhamid?

NO. Avrei potuto aspettare, come succede in certi club, l’ultimo giorno, per far credere che… È normale che in una famiglia ci si parli con franchezza. È stata una decisione umanamente difficile da prendere, come nel caso di Kossi Agassa, Diego Rigonato o Cédric Fauré. Volevo annunciarglielo molto presto in modo che potesse organizzare il resto della sua carriera. Le mie decisioni sono sempre state prese per il bene dell’istituzione. Questo, come tutti gli altri, lo accetto pienamente. Yunis si ferma all’apice della gloria allo Stade de Reims, non potevamo immaginare uscita migliore.

Avevi paura della tua prossima visita al DNCG?

Per il quindicesimo anno consecutivo, lo Stade de Reims registra conti positivi. Tra otto giorni mi recherò alla DNCG (Direzione Nazionale del Controllo di Gestione) completamente tranquillo riguardo all’esercizio che stiamo completando e a quello che presenteremo. Una precisazione: Azor Matusiwa è stato venduto a gennaio a zero, con una clausola di iscrizione nell’ambizioso budget che presenteremo alla commissione, in cui sono già stati registrati i due terzi delle vendite previste.

E il budget per la prossima stagione?

Il suo importo sarà all’incirca uguale a quello della stagione che sta finendo, e relativamente importante per raggiungere i nostri obiettivi.

Quale sarà il profilo del prossimo allenatore?

Da diverse stagioni si va verso un allenatore giovane, con un po’ di esperienza, che parli più lingue. In Europa ci sono allenatori che meritano tutta la nostra attenzione.

Avete assegnato buoni d’uscita ai giocatori per quest’estate?

Nell’ultimo mercato estivo ci sono stati 47 spostamenti, perché era assolutamente necessario rilanciare un nuovo ciclo sportivo. Le basi della squadra ci sono per quanto riguarda i grandi giocatori. Ovviamente ascolteremo il mercato e se ci sarà l’opportunità ci sarà la sostituzione. Per quanto riguarda Junya Ito forse verrà chiesto, ma da parte nostra non c’è alcuna possibilità che se ne vada. Ciò è particolarmente vero dato che quest’estate andremo in tournée in Giappone, dove lui è una vera star.

Quali sono gli ambiti di gioco da rafforzare?

Stiamo lavorando sulle basi della squadra. Il ruolo di terzino destro, ad esempio. La struttura della squadra è solida e abbiamo anche giovani promettenti, sui quali puntiamo molto. Il nostro futuro sarà scritto con questi giovani talenti che stiamo reclutando in tutto il mondo.

Thomas Foket è in movimento?

E’ sotto contratto. Ma Thomas deve aver capito che per lui la cosa è diventata un po’ complicata. Dovremo trovare una soluzione con lui, come abbiamo fatto con gli altri.

Chi sostituirà Yunis Abdelhamid?

Lavoriamo sui file, sapendo che poco (Controlla) Keita rientrerà dal prestito. Vedremo in preparazione quale dei sette prestiti sviluppo integreremo in rosa. L’obiettivo è quello di contare su 20, 21 giocatori del girone 1, che rafforzeremo con i giovani del girone Pro 2.

L’obiettivo della prossima stagione sarà lo stesso di quest’anno?

Si tratta già di perpetuare il club in Ligue 1, di continuare a svilupparsi e ovviamente di qualificarsi, perché no, per una Coppa dei Campioni.

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