Morte in una casa di cura a Villeneuve-lès-Avignon: lo testimonia la famiglia di un ex residente

Morte in una casa di cura a Villeneuve-lès-Avignon: lo testimonia la famiglia di un ex residente
Morte in una casa di cura a Villeneuve-lès-Avignon: lo testimonia la famiglia di un ex residente
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IL morte di un residente della casa di cura “La maison bleue” di Villeneuve-lès-Avignon, sabato sera, non è la conseguenza di una violenza ma di un arresto cardiaco. Questo è il risultato dell’autopsia effettuata sul corpo di questa donna di 94 anni. Ha lasciato la sua stanza intorno alle 21 e si è trovata faccia a faccia con un altro residente, affetto da Alzheimer, nel mezzo di una crisi di demenza, ma non è stato vittima di violenza. Poi è morta improvvisamente.

E questo caso risuona oggi con quello di un ex residente de “La maison bleue”, morì anche lui a 94 anni lo scorso febbraio, due mesi dopo il suo arrivo nello stabilimento. Sua figlia Chantal assicura che sua madre veniva regolarmente disturbata da altri residenti affetti da demenza. “Ci andavo tutti i pomeriggi, e trovavo sempre qualcuno nella loro stanza, su una delle loro poltrone”ricorda.

“La mamma aveva paura”

“Mia madre mi ha anche detto che a volte, di notte, le persone venivano a sedersi o a usare il suo bagno o la sua toilettecontinua Chantal. E una volta ero al telefono con mia madre e poi l’ho sentita dire “Fai marcia indietro, fai marcia indietro, fai marcia indietro!” e dimmi che non voleva che la signora tornasse a casa. Mia madre era sana di mente, guardava molta TV quindi sapeva che le persone nelle case di cura erano state aggredite nelle loro stanze da persone in completo delirio.”.

Ogni volta, la badante veniva a prendere il residente in questione per riportarlo a casa. Ma Chantal assicura che sua madre ha avuto una brutta esperienza. “La mamma era spaventataassicura. Due mesi dopo il suo arrivo morì. Non era davvero un ambiente adatto a lui. E penso che i residenti non debbano sperimentare questo genere di cose. E anch’io ero addolorato nel sapere che queste persone potevano avere un attacco di follia”. Si rammarica in particolare del fatto che la maggior parte delle strutture non lo abbia fatto nessuna unità dedicata alle malattie neurodegenerative.

“Tutti sono liberi di vagare”

Il direttore della casa di riposo non vuole rispondere al microfono di France Bleu Vaucluse ma dice di capire che queste situazioni disturbano i residenti e le loro famiglie. Precisa inoltre che la casa di riposo c’è un posto dove vivere e non un ospedalee che i residenti siano quindi liberi di girovagare, a patto di non mettere in pericolo nessuno.

Aggiunge che queste unità dedicate alle malattie neurodegenerative sono rare nelle case di cura e che la struttura non può essere un luogo dove vengono rinchiusi i malati.

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