Dopo la restringimento e l’inflazione a buon mercato, arriva sugli scaffali la “stretchflazione”.

Dopo la restringimento e l’inflazione a buon mercato, arriva sugli scaffali la “stretchflazione”.
Dopo la restringimento e l’inflazione a buon mercato, arriva sugli scaffali la “stretchflazione”.
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L’industria alimentare non manca di metodi per cercare di nascondere gli aumenti dei prezzi. Là contrazione ha già attirato molta attenzione: riduciamo la quantità di un prodotto per non doverne aumentare (troppo) il prezzo di vendita. Ecco il suo opposto, il stretchflazionedal verbo inglese allungare – stirata. Il concetto è semplice: il produttore aumenta il peso del suo prodotto, tanto meglio, si potrebbe dire. Solo che, di conseguenza, aumenta eccessivamente il suo prezzo di vendita!

Un prezzo al chilo che va da 7,33 euro a 8,67 euro

Sul suo sito, il giornalista specializzato in grande distribuzione Olivier Dauvers illustra questo fenomeno con un caso pratico avvistato all’Intermarché. Il distributore vende due gamme dello stesso prodotto, “Original Bun’s” di McCain. Questi pani ripieni surgelati esistevano precedentemente nel formato da 400 g, venduto a 2,93 euro da Intermarché. E ora il consumatore può scegliere di acquistarli anche nel formato da 460 g. Solo che il prezzo non è aumentato per niente: la scatola da quattro panini viene ora venduta a 3,99 euro.

Allora facciamo i conti: la quantità è aumentata del 15%, ma il prezzo del 35%. C’è qualcosa che non va, ma è difficile che il consumatore se ne renda conto subito. Il modo migliore per farlo è guardare il prezzo al chilo: vediamo che per questo prodotto è passato da 7,33 euro/kg a 8,67 euro/kg.

Un metodo non etico per far passare un aumento di prezzo. Che ne ricorda altri, come il inflazione a buon mercato evidenziato all’inizio dell’anno dall’associazione per la difesa dei consumatori Foodwatch. Questi ultimi avevano notato che diversi prodotti di grandi marche (surimi, maionese, cordon bleu, ecc.) avevano visto la loro composizione modificata con materie prime più economiche… Mentre i loro prezzi aumentavano!

Il governo sta reprimendo contrazione

Queste pratiche, per quanto non etiche nei confronti del consumatore, non sono illegali. Il cambio ricetta è a discrezione delle aziende che possono scegliere il modo con cui avvisare i clienti delle modifiche apportate. Nonostante tutto, il governo ha deciso di agire per aiutare a identificare queste variazioni nascoste dei prezzi. In particolare il contrazione.

Lo scorso aprile, sulle nostre colonne, la Ministra delegata alle Imprese, al Turismo e ai Consumi, Olivia Grégoire, aveva annunciato di prendere provvedimenti contro ciò che considerava “un modo deliberato di prendere i consumatori per piccioni”. Ha pertanto emanato un decreto che rende obbligatoria la visualizzazione di tali informazioni al consumatore. Concretamente, da 1ehm Luglio, “Quando i prodotti (alimentari o non alimentari) vengono “rimpiccioliti”, ci sarà un poster sullo scaffale per due mesi. È il distributore che dovrà esporlo”ha precisato il ministro.

LEGGI ANCHE: La scritta “shrinkflation” dovrà essere chiaramente esposta nei supermercati a partire dal 1° luglio

Sugli scaffali i consumatori potranno leggere su questi manifesti: “Per questo prodotto, la quantità venduta è aumentata da X a Y e il suo prezzo per chilo, grammo o litro è aumentato del X% o X €”. Sarà necessaria una misura simile per combattere stretchflazione ?

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