Retailleau vuole deportare gli immigrati privi di documenti in Iraq, Kazakistan o Egitto

Retailleau vuole deportare gli immigrati privi di documenti in Iraq, Kazakistan o Egitto
Retailleau vuole deportare gli immigrati privi di documenti in Iraq, Kazakistan o Egitto
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Bruno Retailleau, ministro degli Interni, nel suo primo discorso ai prefetti dell’8 ottobre, ha proposto di intensificare la caccia agli stranieri ricorrendo alla “diplomazia migratoria”. Il quotidiano l’Opinion ha rivelato mercoledì che Retailleau propone niente di più e niente di meno che la deportazione degli stranieri designati come ” illegale e indesiderabile » in paesi come Ruanda, Burundi, Kazakistan, Iraq ed Egitto.

Oltre a voler “ridurre le regolarizzazione”, Bruno Retailleau è infatti sul punto di stipulare accordi con paesi terzi affinché questi ultimi accettino di accogliere gli stranieri sul loro territorio, in particolare quelli che vi hanno transitato o soggiornato. Ad esempio, uno straniero considerato illegale in Francia potrebbe essere deportato in uno dei paesi firmatari anche se non aveva legami con quel paese. Questa proposta istituzionalizza la deportazione di uomini e donne migranti a migliaia di chilometri di distanza.

Questi accordi disumani, negoziati cinicamente con paesi essi stessi destabilizzati da conflitti (come in Iraq) e il cui ambiente economico e sociale è molto degradato, vengono negoziati a scapito di uomini e donne che fuggono dalle devastazioni delle guerre, delle crisi economiche e dell’instabilità causato dalle potenze imperialiste, prima fra tutte la Francia. Questi accordi renderanno i migranti ancora più vulnerabili, come è avvenuto dopo i trattati firmati tra Europa e Libia. Amnesty International ha denunciato “condizioni di accoglienza infernali” nei centri di detenzione dove i migranti sono esposti a torture, violenza sessuale e abusi crudeli e disumani.

Quando si tratta di portare avanti politiche disumane e razziste, Bruno Retailleau sa essere creativo e trae ispirazione dalle politiche xenofobe e razziste portate avanti su scala europea, come quelle di Giorgia Meloni in Italia. Il presidente italiano ha infatti effettuato, questa settimana, le prime deportazioni di migranti verso l’Albania, per limitare gli arrivi dei migranti soccorsi nel Mediterraneo, grazie a un accordo firmato nel 2023. Tra gli applausi della Commissione europea, la politica della Meloni L’outsourcing alle frontiere viene attuato in tutta Europa, a costo della vita di decine di migliaia di migranti ogni anno.

Questo nuovo annuncio arriva dopo che il ministro degli Interni e il governo hanno, da diverse settimane, aumentato le proposte sull’immigrazione in una corsa contro il razzismo e la xenofobia. Lunedì il portavoce del governo ha annunciato la preparazione di una seconda legge sull’immigrazione che aumenterebbe il periodo massimo di detenzione degli stranieri “ritenuti pericolosi” da 90 a 210 giorni.

Mentre il governo continua la sua offensiva xenofoba attuando il programma di Raduno Nazionale, il Parlamento si prepara a votare un bilancio di violenza storica, che dovrebbe peggiorare ulteriormente le condizioni di vita delle classi lavoratrici e mettere in pericolo la vita dei lavoratori a causa del congelamento il bilancio statale per l’assistenza sanitaria. Poiché la violenza razziale è il laboratorio di tutte le offensive sociali, tutto il nostro campo sociale deve unirsi per combattere l’agenda razzista del governo e le sue misure antisociali.

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