In Francia non abbiamo il petrolio, ma abbiamo il cognac

In Francia non abbiamo il petrolio, ma abbiamo il cognac
In Francia non abbiamo il petrolio, ma abbiamo il cognac
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La visita di Xi Jinping in Europa questa settimana lo ha portato dalla Francia alla Serbia e poi all’Ungheria. In Francia, Emmanuel Macron ha fatto viaggiare il suo ospite tra Parigi e gli Alti Pirenei. La portata di questo tipo di viaggio è sempre complicata da comprendere. Le grandi ambizioni sono più difficili da realizzare rispetto ai piccoli progressi.

Con un tocco di cinismo e un pizzico di malafede, la vignetta della settimana punta il dito su una delle buone notizie della settimana: una tregua per le esportazioni di cognac verso la Cina. Le azioni di Rémy Cointreau hanno addirittura chiuso la seduta di lunedì in rialzo del 6%. La Cina ha infatti avviato un’indagine antidumping sul cognac importato dall’Unione Europea, una misura che sembra colpire soprattutto la Francia. Si vocifera che la decisione sia stata presa dopo le voci di una proposta di sovrapprezzo europeo sui veicoli elettrici made in China.

Secondo i dati doganali cinesi, nei primi 11 mesi del 2023 la Cina ha importato liquori dalla distillazione del vino per un valore di 1,57 miliardi di dollari, di cui il 99,8% dalla Francia. Prodotti che fanno concorrenza alle decine di produttori locali di brandy.

Tra le aziende esposte, Remy Cointreau è in prima linea perché ricava la maggior parte dei suoi ricavi dal cognac, in particolare grazie al mercato cinese. Il gruppo, noto in particolare per il marchio Remy Martin, ha realizzato il 30% del proprio fatturato in Cina nel corso dell’esercizio 2022/2023 terminato a fine marzo.

Pernod Ricard ha generato circa il 10% dei suoi ricavi, ovvero 1,21 miliardi di euro, sul mercato cinese nel 2022/2023. Marchi di cognac come Martell rappresentano la maggior parte delle vendite di Pernod nel paese, che vende anche whisky.

Diageo genera circa il 3% dei suoi ricavi annuali in Cina, ma non possiede un proprio marchio di cognac. L’azienda è tuttavia indirettamente esposta tra il 2 e il 3% attraverso la sua partecipazione in una joint venture con il colosso del lusso LVMH. La società madre di Louis Vuitton realizza circa il 7,7% del suo fatturato in vini e liquori, compresa una parte nel cognac tramite Hennessy.

Davide Campari è recentemente esposto in Cina, in seguito all’acquisizione del marchio francese di cognac Courvoisier, che genera circa il 9% dei suoi ricavi nel Paese.

Su un piano più globale, Xi Jinping si è detto aperto a nuove discussioni ad alto livello sui disaccordi commerciali, ma ha rifiutato l’idea di un eccesso di capacità produttiva in Cina. Sono stati firmati numerosi accordi anche nei settori dell’energia, dell’agricoltura, della finanza e dei trasporti.

Disegnare Amandine Victor

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