Patatra. Martedì mattina, il prezzo del barile di Brent del Mare del Nord è sceso del 5,02%, mentre il suo equivalente americano ha seguito la stessa curva per attestarsi a 70 dollari. Questo è un articolo del famoso Washington Post che ha accelerato il trend al ribasso già iniziato lunedì. Egli indica che se Israele intende colpire l’Iran, come rappresaglia per i lanci missilistici del 1° ottobre, prenderà di mira solo le infrastrutture militari, e non il petrolio o il nucleare, come inizialmente previsto.
Le fonti del quotidiano riferiscono di una conversazione telefonica avvenuta mercoledì scorso tra Benjamin Netanyahu e Joe Biden.
Consumi rivisti al ribasso dall’OPEC
Parallelamente a questo annuncio alla stampa, l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio e i suoi alleati (OPEC +), generalmente ottimisti, hanno pubblicato lunedì un rapporto in cui hanno rivisto al ribasso le loro previsioni. Il mondo consumerà in media 104,1 milioni di barili di petrolio al giorno nel 2024, circa 110.000 barili in meno rispetto alla stima precedente, ma più dei 102,2 mb/g registrati nel 2023, rileva il cartello dei paesi esportatori di petrolio.
Per il 2025, l’OPEC+ conta su un consumo globale di 105,7 milioni di barili al giorno, rispetto a 210.000 barili in più in precedenza.
Due annunci che spiegano il crollo, sperando che quest’ultimo si rifletta alla pompa.
