Nessuno ha mai fatto fortuna investendo nei cavalli!

Nessuno ha mai fatto fortuna investendo nei cavalli!
Nessuno ha mai fatto fortuna investendo nei cavalli!
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© vladimirhodac/Adobe Stock

Ami i cavalli? “È molto difficile fare soldi con un solo cavallo, è meglio distribuirli e metterli in comune», Afferma Didier Krainc, capo dell’Ecurie Vivaldi, in Normandia. Perché sia ​​redditizio, ci vogliono molti, come l’Aga Khan, che ne possiede più di cento, o i fratelli Wertheimer, proprietari del marchio di lusso Chanel, a capo di una delle principali scuderie francesi.

Gli Yearling, questi purosangue svezzati che hanno appena compiuto un anno, sono venduti in tutto il mondo e in particolare a Deauville, ad un prezzo medio di 232.445 euro l’anno scorso. Cifre che non sempre sono facilmente remunerabili, a meno che il cavallo non vinca un premio prestigioso, come quello dell’Arco di Trionfo, dove per il vincitore il premio è di 3 milioni di euro. Ma non capita nemmeno tutte le mattine! Una corsa meno prestigiosa frutta dai 30.000 ai 40.000 euro, quella più modesta dai 6.000 agli 8.000 euro.

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Le funzioni riproduttive possono ripagare alla grande

Se il cavallo ha vinto una o più gare importanti, puoi venderlo per diverse centinaia di migliaia di euro o più. Altrimenti una puledra o un cavallo rinomato possono diventare rispettivamente una buona fattrice o un buon stallone e poi essere venduti per diversi milioni di euro.», continua Didier Krainc.

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Saranno poi le loro funzioni riproduttive ad essere ricercate e valorizzate, e potranno portare ritorni molto grandi. “Uno stallone rinomato coprirà 150 fattrici all’anno nell’emisfero settentrionale (da gennaio a giugno), poi altre 150 da luglio a dicembre, nel sud. A 200 000 euro per allevamento, avrà fruttato… 6 milioni di euro l’anno al suo proprietario», calcola lo specialista. Ma, ancora una volta, i rischi sono molti e nulla è mai certo. Hai bisogno di risorse finanziarie significative per farcela.

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Per chi vuole vivere la passione per i cavalli senza spendere una fortuna esistono altre soluzioni, come l’acquisto di una quota del cavallo (del 10%, ad esempio, del valore di 3.500-30.000 euro), ma è comunque necessario trovare i partner con cui compra il resto. I più appassionati possono anche diventare azionisti di alcune scuderie, tra cui quella di Didier Krainc, per 25.000 euro una volta per tutte, al momento dell’iscrizione. “Attualmente ho 38 investitori, che possono visitare i loro cavalli quando vogliono, in allenamento a Chantilly (60), Maisons-Laffitte (78) o nei loro allevamenti in Normandia, partecipare a tutti gli eventi di corse di cavalli o organizzare eventi con i loro clienti. Per gli under 30 ho ridotto il biglietto d’ingresso a 2 500 euro. E se un giorno uno dei nostri cavalli raggiungerà il grado di stallone, allora pagherò i dividendi ai miei azionisti“, filosofeggia. Glielo auguriamo.

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