Anne Genetet assicura che gli “sviluppi” sono ancora possibili

Anne Genetet assicura che gli “sviluppi” sono ancora possibili
Anne Genetet assicura che gli “sviluppi” sono ancora possibili
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I sindacati degli insegnanti hanno denunciato “un vero spargimento di sangue” e un “affondamento delle scuole pubbliche” dopo l’annuncio dell’eliminazione di 4.000 posti nell’Istruzione nazionale, prevista nel bilancio 2025.

Sono ancora possibili “sviluppi” durante il “dibattito parlamentare” sul bilancio nazionale dell’istruzione 2025, dove l’annunciata eliminazione di 4.000 posti ha indignato i sindacati, ha affermato la ministra Anne Genetet in un’intervista alla Tribune Dimanche.

“Il dibattito parlamentare non è ancora iniziato, potrebbero esserci ancora sviluppi!”, osserva il ministro, affermando di aver “battuto per aumentare le risorse della scuola”.

“Un vero spargimento di sangue”

L’annuncio giovedì sera del ministero dell’eliminazione di 4.000 posti di insegnamento per il 2025, soprattutto nelle scuole materne ed elementari (3.155 posti), ha scandalizzato i sindacati che hanno denunciato “un vero e proprio spargimento di sangue” e un “affondamento della scuola pubblica”.

Anche la sinistra contesta questa misura, come il leader ribelle Jean-Luc Mélenchon che la vede come una “organizzazione dell’ignoranza”.

“Con il calo demografico delle scuole, all’inizio dell’anno scolastico 2025 nelle nostre scuole pubbliche ci sarà una media di 21,4 studenti per classe: si tratta del numero più basso di studenti per classe da quando lo stiamo misurando”, spiega Anne Genetet.

“La scuola resta la priorità di questo governo”

Il budget prevede, invece, la creazione di 2.000 ulteriori posti AESH (accompagnatori di studenti con disabilità). Con un saldo negativo di circa 2.000 posizioni, l’Istruzione Nazionale garantisce la maggior parte dei tagli ai dipendenti pubblici dello Stato e dei suoi operatori (2.201 in totale) nel bilancio dello Stato 2025.

Il budget per l’Istruzione Nazionale per il 2025 ammonta a 63 miliardi di euro, generalmente stabile rispetto a quello adottato un anno fa per il 2024.

Il ministro assicura che “la scuola resta la priorità di questo governo e il primo bilancio del Paese”.

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