i francesi hanno pagato caro la spesa di aprile

i francesi hanno pagato caro la spesa di aprile
i francesi hanno pagato caro la spesa di aprile
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  • Aumento significativo dei prezzi al consumo in Francia e nella zona euro.
  • Tensione sui prezzi che colpisce tutti i settori.
  • Rischio di stagflazione in Europa con tassi di interesse in aumento.

Con l’inflazione crescente e la depressione economica, l’Europa si prepara ad affrontare la tempesta dei prezzi, mettendo in pericolo il fragile equilibrio tra potere d’acquisto delle famiglie e stabilità finanziaria.

In un contesto di crescente inflazione e aumento dei tassi di interesse, l’Europa si trova a un bivio economico, tra minacce al potere d’acquisto e rischi per la stabilità finanziaria. Una situazione delicata che richiede una maggiore vigilanza da parte degli attori economici e delle autorità monetarie.

L’impennata dei prezzi, la spada di Damocle sull’economia europea

I prezzi al consumo hanno registrato un aumento significativo dello 0,6% in Francia e nella zona euro, “una tendenza preoccupante” sottolineata da Marc Touati, presidente di ACDEFI. Questa inflazione, particolarmente marcata nel settore dei servizi, rischia di portare ad un’ulteriore riduzione del potere d’acquisto delle famiglie, con ripercussioni sull’economia e sull’occupazione.

I dati recenti mostrano a aumento dei prezzi al consumo dell’1,8% in Francia e il 2% nella zona euro negli ultimi tre mesi. Dall’inizio del 2021 l’inflazione ha raggiunto rispettivamente il 16,3% e il 19,7%. Nonostante le promesse di riduzione dei prezzi da parte del governo francese e della BCE, la situazione attuale non sembra migliorare.

Questa tensione sui prezzi interessa quasi tutti i settori, in particolare quello alimentare, dei manufatti e dei servizi, con incrementi significativi registrati nel mese di aprile. Questa situazione potrebbe peggiorare ulteriormente nei prossimi mesi, incidendo ulteriormente sul potere d’acquisto delle famiglie e sulla crescita economica.

Con l’aumento dei prezzi delle materie prime e il recente declino dell’euro, gli effetti sui prezzi al consumo non si sono ancora fatti sentire pienamente. La BCE potrebbe quindi essere costretta a limitare l’allentamento monetario previsto per giugno in caso di un ulteriore aumento dell’inflazione a maggio. Una decisione che potrebbe portare al mantenimento del tasso di rifinanziamento della Bce al 4,5% durante la prossima riunione di politica monetaria prevista per il 6 giugno 2024.

Tassi di interesse in aumento, la saga della stagflazione in Europa

I tassi di interesse a lungo termine sono attualmente spinti verso l’alto a causa delle pressioni inflazionistiche e dell’aumento dei deficit pubblici. Questa reflazione e la cautela della BCE, combinate con un continuo aumento dei deficit pubblici, dovrebbero mantenere la tendenza al rialzo dei tassi di interesse sulle obbligazioni degli Stati della zona euro. In Francia prevediamo addirittura che il rendimento dei titoli di Stato a 10 anni supererà il 3,5% a partire da giugno.

Il deficit statale francese ha raggiunto in dodici mesi il livello record di 171,32 miliardi di euro, ovvero un aumento di 3,5 miliardi rispetto all’anno precedente. Questa situazione preoccupante rischia di portare ad una nuova fase di stagflazione, caratterizzata da elevata inflazione e stagnazione economica. La BCE potrebbe peggiorare la situazione incoraggiando l’inflazione importata se dovesse abbassare i tassi prima della Fed americana, già preoccupata per l’inflazione oltre Atlantico.

La Francia prevede che il suo rapporto deficit pubblico/PIL aumenterà nel 2024, raggiungendo potenzialmente il 6%. Questa situazione allarmante potrebbe portare ad un ulteriore aumento dei tassi di interesse dei titoli di Stato, che avrebbe un impatto negativo sull’attività economica. È quindi fondamentale non sottovalutare i rischi inflazionistici che persistono e potrebbero avere gravi conseguenze a livello nazionale ed europeo.

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