Venerdì i prezzi del petrolio sono leggermente diminuiti, nonostante il conflitto in Medio Oriente, dopo la pubblicazione di indicatori economici americani sfavorevoli e con la prospettiva di una produzione abbondante nei prossimi mesi.
Questa mattina, il prezzo di un barile di greggio Brent o del Mare del Nord, con consegna a dicembre, è sceso dello 0,81% a 78,76 dollari. Il suo equivalente americano, un barile di West Texas Intermediate, con consegna a novembre, ha perso lo 0,47% a 75,31 dollari.
“Se l’inflazione accelera, la Fed si concentrerà nuovamente sul suo controllo”, ha affermato Ipek Ozkardeskaya, analista di Swissquote, anche se ciò dovesse contribuire a rallentare l’economia americana.
Si noti che l’OPEC+ ha mantenuto il suo piano di aumentare la produzione di ulteriori 2,2 milioni di barili a partire da dicembre. Si noti inoltre che l’OPEC ha smentito le informazioni riportate dal Wall Street Journal (WSJ), secondo cui il ministro saudita dell’Energia aveva avvertito i membri dell’OPEC+ di un potenziale calo del prezzo del petrolio, a 50 dollari al barile, se non avessero rispettato le riduzioni di produzione concordate.
Inoltre, gli investitori restano molto attenti al conflitto in Medio Oriente e “i prezzi del greggio oscillano enormemente in attesa della prossima azione” dell’esercito sionista israeliano contro l’Iran, sottolinea Stephen Innes, analista di SPI Asset Management.
Aris Mokdad