“Paga in contanti”: la registrazione che ha fatto l’effetto di una bomba al processo Trump

“Paga in contanti”: la registrazione che ha fatto l’effetto di una bomba al processo Trump
“Paga in contanti”: la registrazione che ha fatto l’effetto di una bomba al processo Trump
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Nel tribunale dove Trump trascorre gran parte del suo tempo risuonava una registrazione che incriminava il candidato alla presidenza. Si tratta di una conversazione telefonica tra l’ex presidente e il suo avvocato, Michael Cohen, risalente al 6 settembre 2016, due mesi prima delle elezioni presidenziali.

“Paga in contanti”

I media americani presenti sul posto riportano la discussione registrata. “Devo aprire una società per trasferire tutte queste informazioni sul nostro amico David, sai… Quindi… lo farò subito. E ho parlato con Allen Weisselberg [ancien directeur financier de la Trump Organization] come mettere tutto insieme”, risuona per prima la voce di Michael Cohen.

Questa discussione volutamente vaga si riferisce al pagamento di David Pecker, allora amministratore delegato di American Media, a Karen McDougal, una modella di Playboy con la quale Trump ha avuto una relazione per quasi 10 mesi tra il 2006 e il 2007. I media di David Pecker avevano l’abitudine di comprare testimonianze a avere l’esclusiva.

Poi è la voce di Trump che risuona: “Quindi, cosa dobbiamo pagare per questo? 150?”, ribatte il candidato alla presidenza. “Sì, ed è per tutte le cose. Quindi mi occupo di tutto questo. E ne ho parlato con Allen, quando sarà necessario finanziare questo…“, risponde l’avvocato. “Aspetta, cosa intendi con finanza?”, ha urlato Trump. “Dovremo pagargli qualcosa”, ribatte semplicemente Michael Cohen. “Paga in contanti”, decide il magnate immobiliare. La registrazione si conclude con la risposta dell’avvocato: “No, no, no, sto gestendo la situazione.

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La vicenda nascosta dietro la conversazione

David Pecker è chiamato in tribuna per fare chiarezza su questo scambio. Giustifica di aver acquistato i diritti esclusivi della testimonianza affinché non venga pubblicata altrove. Solo che non è mai stato reso pubblico. “Non volevamo che ciò disturbasse il signor Trump o influenzasse la sua campagna.”, spiega l’ex amministratore delegato di American Media. La Trump Organization ha poi rimborsato al suo “amico David” i costi dell’esclusiva della registrazione. Registrazione che è stata direttamente sepolta.

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