Il 1° maggio segna il ritorno delle giornate soleggiate, il cuore della primavera, una stagione che non per niente chiamiamo “stagione dell’amore”. Per secoli, il 1° maggio, l’usanza è stata quella di indossare una corona di foglie e fiori o di offrirne una ad una persona cara. Ovviamente il fiore primaverile per eccellenza non è altro che il mughetto.
Nel Già nell’antica Roma si proponeva questo fiore, ma in Francia questa moda sarebbe tornata con Carlo IX. A quest’ultimo sarebbe stato offerto un rametto di mughetto durante un viaggio nel Delfinato il 1 maggio 1560. Il re decise allora l’anno successivo di offrirne un po’ alle dame di corte. Successivamente la tradizione si sarebbe diffusa.
Tuttavia, a partire dalla Rivoluzione, furono offerte anche le rose selvatiche. Il bianco, il colore reale, viene sostituito dal rosso, più codardo e più rivoluzionario.
Il ritorno del mughetto grazie alla Rivoluzione
Fu in occasione del centenario della Rivoluzione, nel 1889, che il Congresso socialista internazionale di Parigi fece del 1° maggio la giornata delle rivendicazioni operaie. È davvero giunto il momento delle grandi lotte sociali.
Quando il 1° maggio 1891, a Fourmies, nel nord della Francia, l’esercito spara sugli operai, provocando diversi morti, la rosa selvatica rossa appuntata assume poi il ricordo del sangue versato. Fu quindi nel 1941, sotto il governo di Vichy, che venne istituita la Festa del Lavoro, il 1° maggio, giorno non lavorativo retribuito.
Il maresciallo Pétain sostituirà finalmente la rosa selvatica, considerata troppo rivoluzionaria, con il mughetto. Il fiore a campana torna così alla ribalta, non più per celebrare l’amore, ma il lavoro!
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