Tutti gli album di Tintin: 15. Tintin nella terra dell’oro nero (1948)

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Tintin nella terra dell’oro nero ha sofferto della sua difficile genesi e delle successive modifiche: questo ritorno di Hergé a una storia iniziata prima della guerra regge ben poco, se paragonato alla bella serie di grandissimi album che lo hanno preceduto!

© Casterman/Hergé

Per molto tempo non mi è piaciuto Tintin nella terra dell’oro nero, che non ho né “capito” né trovato realmente interessante. È anche l’unico Tintin che devo aver letto meno di 5 volte, rispetto alle decine di volte degli altri.

C’è anche da dire che non faceva parte della collezione di famiglia che ho ereditato da bambino, e che quindi l’ho scoperto tardi, in un’edizione che poi ho saputo evitare: All’inizio degli anni ’70, gli inglesi chiedevano Herge da cui cancellare oro nero qualsiasi riferimento alla situazione palestinese degli anni ’40… cosa Studio Hergé si affrettò a farlo, rovinando definitivamente, sia narrativamente che graficamente, un libro che aveva già sofferto per la sua difficile genesi. Interrotta nella pubblicazione integrale nel Petit Vingtième a causa dell’invasione del Belgio, fu ripresa quasi dieci anni dopo, quando Tintin era radicalmente evoluto (il suo aspetto, la sua personalità e soprattutto la sua integrazione in una “famiglia” con Haddock e Tournesol… ), oro nero risulta essere più interessante nella sua versione “1950” che in quella attualmente disponibile…

Il contesto è chiaramente politico, per la prima volta dal Loto Blu : “guerra” tra gruppi di attivisti ebrei e arabi, minaccia chiaramente menzionata di conflitto globale e importanza strategica del petrolio, Herge lanciato nel 1939 oro nero su argomenti a dir poco seri! La ripresa dieci anni dopo della storia iniziale non è perfetta: se Herge ha curato la transizione grafica tra le sue due epoche (la pausa avviene durante la tempesta di sabbia), ed è riuscito a includere il Capitano Haddock e il Professor Tournesol nella sua storia – in un modo che non è molto convincente ma che ci offre ancora l’unico ” meta” momento di tuttiHergequesta sorprendente conclusione che vede lo stesso Capitano Haddock rifiutarsi di spiegare il motivo della sua presenza -, oro nero soffre terribilmente di uno scenario incoerente, noioso, che ripete situazioni già viste più volte negli album precedenti, quando non delega completamente la continuazione dell’azione ai Dupondt (dovremmo attribuire questo scompiglio ad una nuova depressione in cui è sprofondato? Herge ?)!

Dovremo aspettare le ultime pagine, e la deliziosa liberazione dell’indescrivibile Abdallah, per riscoprire un po’ della “magia di Tintin”. Questo è decisamente insufficiente!

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Eric Debarnot

Tintin nella terra dell’oro nero
Testi e disegni: Hergé
Editore: Castermann
62 pagine
Pubblicazione in album (colori): 1950

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