Umore – Per molto tempo a Losanna “non c’è stato spazio per i sogni”

Umore – Per molto tempo a Losanna “non c’è stato spazio per i sogni”
Umore – Per molto tempo a Losanna “non c’è stato spazio per i sogni”
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Ah di questi tempi, che ridere, eh! L’LHC si giocherà il titolo durante una partita VII a Zurigo e l’arena vodese è diventata “il posto dove stare”. I VIP si sono accalcati lì – compresi quelli che sicuramente hanno scoperto che quella sera l’hockey si giocava con un disco -, la gente comune ha lottato per accaparrarsi un posto in un angolo della pista di pattinaggio… I tifosi dell’HC Losanna vivono la loro vita migliore e possiamo capire loro. Finalmente quelli veri. Gli altri torneranno a fare storie Instagram su altro tra tre giorni.

Che svolta della situazione nel giro di pochi mesi, comunque. L’LHC è a 60 minuti da un possibile titolo e non ne parlerò nemmeno. Ma ricorda ancora da dove viene. Poco più di 12 mesi fa, era undicesimo e aveva fuoco dappertutto. Il club Vaudoise Aréna è in ogni caso uno specialista del caldo e del freddo. Inoltre spesso dava spettacolo più che partite vinte. Per la gioia dei… suoi rivali, dei media e con grande disperazione dei suoi sostenitori.

Un momento, in particolare, resta nei ricordi dei più ferventi e degli anziani. Riassume particolarmente bene questa organizzazione diversa dalle altre e che da tempo si risente del mondo intero per non aver diritto alla squadra che questo pubblico pensava di meritare. Risale al 12 dicembre 2003 e ve lo racconta André Boschetti, oggi giovane e affascinante pensionato. Una frase in particolare in questo documento che spiega la futura finestra di mercato rimarrà per anni sulla bocca dei losannesi…

“Tra gli infortuni di Landry e Poudrier e le discussioni sui rinnovi contrattuali, la coppia Hegg-Fuhrer deve agire per garantire il presente senza trascurare il futuro. Non così semplice. “Ho sentito che Demuth o Reuille potrebbero essere a Losanna la prossima stagione. Sappi che questo non accadrà”. Pierre Hegg non potrebbe essere più chiaro: non c’è spazio per i sogni da parte di Malley“, scriveva allora il nostro collega. Queste ultime dieci parole permettono da tempo ai losannesi di spiegare molti dei loro insuccessi.

Perché in definitiva, cos’è l’LHC? Titoli di campione di Lega B (1957, 1978, 1995, 2001, 2009, 2010 e 2013), ma anche uno di Prima Lega (1989)… Ma anche e soprattutto “operazioni stadio pieno” lanciate dagli stessi tifosi. stessi per aiutare il club a evitare la bancarotta come “Malley Frissonne”, Heikki Leime, le bugie sulla partecipazione di Chris McSorley nell’azionariato del club, Lubomir Hurtaj, l’APHL (Associazione per la Promozione dell’Hockey Lausannois), sconfitte a bizzeffe negli spareggi per la promozione in Lega A, Montchoisi, un Marc Savard ma non quello giusto, il tetto di Montchoisi, la moglie di Martin St-Louis che non si fida degli ospedali svizzeri per partorire, la testa di Eric Landry ritoccata ma su Paint, Dany Gélinas, Vado avanti e avanti e non il migliore, perché sono quasi “giovane” in questo campo, rispetto ad alcuni!

Normalmente, tutto ciò che accade attorno all’LHC dovrebbe andare in tilt. Anche negli ultimi tempi, nonostante la squadra di Malley abbia delle spalle forti e un azionariato forte, è stato necessario attendere sicuramente la stagione in cui meno se l’aspettavano perché i Lions ruggissero nella massima serie, contro altri Lions che credevamo ancora invincibili. pochi giorni fa. Così è sempre stata la vita quotidiana dei seguaci dell’Hockey Club Lausanne.

Grandi dolori e qualche gioia lì in mezzo che fanno dimenticare tutto. Lo meritano loro, lo meritiamo quasi noi (perché sì, sfidando ogni rigore giornalistico, mi inserisco in questo) in un gigantesco martedì sera, beh.

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