Basim Khandaqji, 41 anni, ha vinto il premio per il suo romanzo “La maschera, il colore del cielo” che racconta la storia di Nour, un archeologo che vive in un campo profughi a Ramallah, nella Cisgiordania occupata da Israele, che trova la mappa del identità blu di un israeliano nella tasca di un vecchio cappotto.
Adotta questa nuova identità, o questa “maschera”, per cercare di comprendere l’“occupante” israeliano.
In assenza dell’autore, il premio è stato consegnato al titolare della casa editrice con sede in Libano, nel corso di una cerimonia ad Abu Dhabi.
Secondo il presidente della giuria di quest’anno, Nabil Suleiman, il romanzo “analizza una realtà complessa e amara fatta di frammentazione familiare, sfollamento, genocidio e razzismo”.
Il romanziere è stato arrestato nel 2004 per “attività terroristiche” all’età di 21 anni. È stato condannato a tre ergastoli cumulativi per aver “pianificato e partecipato a un attacco suicida” a Tel Aviv, ha riferito il Jerusalem Post a febbraio, quando il romanzo di Basim Khandaqji è stato selezionato per l’IPAF.
Durante la sua prigionia, il romanziere completò i suoi studi in scienze politiche all’Università Al-Quds e scrisse diverse raccolte di poesie oltre al suo pluripremiato romanzo.
Secondo gli organizzatori, il vincitore riceverà 50.000 dollari e IPAF metterà a disposizione un finanziamento per la traduzione in inglese del suo romanzo.
La cerimonia di premiazione IPAF di quest’anno è coincisa con la devastante guerra nella Striscia di Gaza, innescata dal sanguinoso attacco del movimento islamico palestinese sul territorio israeliano il 7 ottobre.
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