l’attivista filo-palestinese resta in carcere in attesa del processo a Nizza

l’attivista filo-palestinese resta in carcere in attesa del processo a Nizza
l’attivista filo-palestinese resta in carcere in attesa del processo a Nizza
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A meno che la situazione non cambi, Amira Z. aspetterà altre tre settimane in prigione. Questo attivista filo-palestinese, di 34 anni, è stato messo in custodia cautelare il 19 settembre. Il suo processo è fissato per il 21 ottobre. Mercoledì scorso, la sua richiesta di rilascio è stata respinta.

L’attivista, cofondatrice dell’associazione De Nice à Gaza (dalla quale è stata poi licenziata), è stata arrestata dopo la pubblicazione di una serie di post antiebraici sul social network. “Hitler ha fatto un grosso errore, avrebbe dovuto mettervi tutti nelle camere a gas…” È accusato di tredici crimini, tutti commessi alla fine dell’estate. Lo spiegherà Amira Z. nel corso del processo di merito.

Per il momento contesta la detenzione preventiva. Il Tribunale penale di Nizza ha voluto scongiurare ogni rischio di reiterazione dei fatti, soprattutto in vista del 7 ottobre, primo anniversario degli attentati di Hamas in Israele. Dopo una nuova udienza, in diversa composizione, il tribunale è giunto alla stessa conclusione.

“Mi rincresce”

È stato in videoconferenza, dal carcere di custodia cautelare di Nizza, che Amira Z. ha avviato un mea culpa. “Naturalmente mi rammarico per le pubblicazioni che potrebbero aver offeso la comunità ebraica. Sono pienamente consapevole che potrei aver ferito questa comunità. Non era… affatto intenzionale.”

Per questa badante, una studentessa di infermieristica del 2° anno, senza precedenti penali, la carcerazione ha gravi conseguenze. Qui viene privata della figlia disabile, e del tirocinio che avrebbe dovuto svolgere in una struttura ospedaliera. “Ho avuto una perquisizione traumatica, 48 ore di fermo di polizia, quindici giorni di custodia cautelare, con momenti abbastanza traumatici”, sospira Amira Z., senza riuscire a trattenere le lacrime.

“La detenzione lo ha fatto riflettere”

Il suo avvocato, Me Kada Sadouni, ricorda che “Ms. L’impegno di Z.” in un “contesto internazionale che ha un impatto sulla vita di Nizza”. Ammette: “È scivolata. Alcuni dei suoi commenti sono riprovevoli. Ma la custodia cautelare l’ha fatta riflettere”. Chiede pertanto il controllo giurisdizionale.

Per il pubblico ministero Julie André “il rischio di recidiva è molto forte”. La corte presieduta da Edouard Levrault condivide questa opinione. Ancor di più “in un contesto politico esplosivo”.

Tenuta in punizione, Amira Z. si alza senza dire una parola. Si reca negli alloggi delle donne dove si levano vociferazioni.

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