Pezeshkian vuole aumentare il prezzo della benzina in Iran, una misura controversa – Consiglio Nazionale della Resistenza iraniana

Pezeshkian vuole aumentare il prezzo della benzina in Iran, una misura controversa – Consiglio Nazionale della Resistenza iraniana
Pezeshkian vuole aumentare il prezzo della benzina in Iran, una misura controversa – Consiglio Nazionale della Resistenza iraniana
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Mentre il regime iraniano lotta con un allarmante deficit di bilancio, l’amministrazione di Masoud Pezeshkian starebbe valutando la possibilità di aumentare i prezzi della benzina per affrontare il deficit. Tuttavia, questa misura controversa, che rischia di innescare proteste di massa e di peggiorare la pressione economica sui cittadini comuni, non è una soluzione inevitabile. In realtà, si tratta di una scelta politica radicata nel rifiuto del regime di tagliare la spesa in altri settori non essenziali, in particolare in aree che avvantaggiano l’establishment al potere.

Il governo Pezeshkian si trova ad affrontare un sostanziale deficit finanziario, stimato in oltre 1 trilione di riyal solo per la prima metà del 2024. La situazione è peggiorata dopo che l’amministrazione ha ritirato 350mila miliardi di toman dal Fondo nazionale per lo sviluppo per gestire le spese immediate. Ora, con opzioni limitate, il regime si sta orientando verso l’aumento dei prezzi della benzina, una mossa che potrebbe alimentare il malcontento popolare, ricordando la rivolta nazionale che seguì l’aumento dei prezzi del 2019.

L’attuale crisi petrolifera dell’Iran è il risultato di una combinazione di consumi inefficienti, veicoli obsoleti e cattiva gestione del settore energetico. Il consumo giornaliero di benzina in Iran è allarmante, variando da 120 a 140 milioni di litri, un dato aggravato dalla dipendenza del Paese da veicoli inefficienti e obsoleti che consumano molto più carburante rispetto agli standard globali. Molti veicoli sulle strade iraniane richiedono fino a 15 litri di benzina ogni 100 chilometri, una cifra ben al di sopra della media internazionale. Questo consumo inefficiente continua nonostante gli sforzi per aumentare i prezzi, poiché l’industria automobilistica iraniana non è riuscita a modernizzarsi. Come ha sottolineato Ramazanali Sangdovini, membro della commissione parlamentare per l’energia, affrontare l’inefficienza di questi veicoli è essenziale per risolvere la crisi del carburante, ma lo Stato deve ancora intraprendere azioni significative.

Inoltre, l’infrastruttura iraniana per la produzione di carburante è sotto pressione. Le raffinerie funzionano a pieno regime, ma non riescono ancora a soddisfare la domanda di benzina. Questo deficit produttivo è ulteriormente aggravato dai problemi del gas naturale dell’Iran, che ostacolano la disponibilità di materie prime per le raffinerie. Secondo Sangdovini, diversificare il portafoglio di carburanti iraniani includendo più GNC (gas naturale compresso) e GPL (gas di petrolio liquefatto) potrebbe alleviare parte della pressione, ma ciò non è stato ancora pienamente realizzato.

La combinazione di consumi elevati, uso inefficiente del carburante e limitazioni della produzione sono i principali fattori alla base della crisi petrolifera iraniana.

Questo ulteriore contesto evidenzia che la crisi petrolifera dell’Iran non è solo il risultato di una cattiva gestione finanziaria, ma anche dell’incapacità di affrontare le inefficienze profondamente radicate nei suoi sistemi di consumo e produzione.

Anche se i funzionari avanzano piani per migliorare l’efficienza del consumo di carburante ed eliminare gradualmente i veicoli obsoleti, tali sforzi sembrano restare indietro rispetto alle pressanti esigenze di bilancio. Sangdovini ha anche osservato che lo Stato riconosce che potrebbe evitare l’aumento dei prezzi migliorando l’efficienza energetica, a condizione che 2,5 trilioni di toman siano stanziati in un fondo per l’ottimizzazione energetica. Tuttavia, nessuna di queste iniziative sembra sufficiente per affrontare le sfide di bilancio immediate.

Nonostante questa crisi fiscale, l’amministrazione Pezeshkian non sembra disposta ad affrontare ulteriori gravi tagli alle finanze pubbliche. Gran parte delle entrate statali, sebbene soggette a severe sanzioni, provengono ancora da varie fonti, come le entrate petrolifere e le tasse. Il vero problema è come vengono allocate queste entrate. Invece di soddisfare i bisogni nazionali o investire in infrastrutture e aiuti economici, ingenti somme vengono spese per mantenere la sicurezza del regime e finanziare le sue ambizioni più ampie.

Questi includono investimenti su larga scala nello sviluppo missilistico, influenza regionale attraverso gruppi delegati e mantenimento delle ambizioni nucleari del regime. Tuttavia, queste priorità rimangono invariate poiché Teheran sceglie di aumentare i prezzi del carburante, lasciando al pubblico il peso del peso economico.

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