la famiglia di Foued Guessoum spera di ottenere finalmente giustizia per “l’omicidio della brasserie de la poste”

la famiglia di Foued Guessoum spera di ottenere finalmente giustizia per “l’omicidio della brasserie de la poste”
la famiglia di Foued Guessoum spera di ottenere finalmente giustizia per “l’omicidio della brasserie de la poste”
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Martedì si aprirà il processo privato presso la Corte d’Assise di Lione. È un caso che risale a più di quindici anni fa e che ancora tormenta la famiglia di Foued Guessoum. Nella notte tra il 30 agosto e il 1 settembre 2009, verso mezzanotte e mezza, la polizia è stata chiamata alla brasserie dell’ufficio postale, situata in avenue Henri Barbusse a Villeurbanne. Foued Guessoum, 35 anni, è stato trovato al primo piano dello stabilimento, vittima di un colpo a bruciapelo al cuore. La morte è stata constatata da un medico della SAMU poco dopo il loro arrivo.

Lila M., una giovane donna, ha tentato quella sera di acquistare un pacchetto di sigarette al bancone della Brasserie de la Poste a Villeurbanne, ma, essendo in fase di chiusura, la cameriera ha rifiutato. Dopo questo primo rifiuto, Lila M. si è rivolta a Redouane K., che a sua volta si è recata al bancone per cercare di prendere le sigarette. Anche in questo caso la cameriera ha mantenuto il suo rifiuto e Foued Guessoum, che stava pulendo il locale, è intervenuto in aiuto del collega. Questo scambio verbale è stato molto teso, Redouane K. ha poi lasciato il bar. Pochi minuti dopo è tornato, questa volta armato e con addosso una giacca con cappuccio. Si è avvicinato a Foued Guessoum e gli ha sparato a bruciapelo.

Lila M., presente quella sera alla Brasserie de la Poste di Villeurbanne, aveva tentato di acquistare un pacchetto di sigarette quando il locale stava per chiudere. La cameriera si rifiutò di venderglielo. Insoddisfatta, Lila M. si è rivolta a Redouane K. per lamentarsi. Quest’ultimo era andato a turno al bancone per cercare di prendere le sigarette, ma la cameriera si era nuovamente rifiutata. Foued Guessoum, che stava pulendo il bar, è poi intervenuto in sostegno del collega, scatenando un’accesa discussione con Redouane K. Quest’ultimo, irritato, è uscito di scena. Pochi minuti dopo si presenta un uomo, questa volta incappucciato e armato di pistola. Si è avvicinato a Foued Guessoum e gli ha sparato a bruciapelo.

Questa tragica scena ha lasciato una famiglia devastata. Foued Guessoum diventerebbe padre di un bambino che oggi ha 14 anni.

Redouane K., identificato come il presunto colpevole, è fuggito rapidamente in Algeria, sfuggendo così alle autorità francesi. Essendo di nazionalità algerina, è stato processato e condannato a 20 anni di reclusione penale nel 2016 dai tribunali del suo paese. Ma questo processo si è svolto senza la presenza delle parti civili, che non erano nemmeno state informate. Una decisione che la famiglia della vittima non avrebbe mai potuto accettare.

Oggi, la sua famiglia, rappresentata da Me David Metaxas, sta lottando affinché la memoria di Foued Guessoum sia onorata e affinché giustizia sia finalmente fatta in Francia.

Il processo che si aprirà martedì a Lione si svolgerà in assenza di Redouane K., ancora detenuto in Algeria. Sebbene l’imputato sia già stato condannato nel suo paese d’origine, la giustizia francese può tenere questo processo penale in contumacia, procedura prevista quando l’imputato sfugge fisicamente alla giustizia nazionale.

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