“Europa mortale”, difesa, economia: i punti salienti del discorso di Emmanuel Macron sull’Europa

“Europa mortale”, difesa, economia: i punti salienti del discorso di Emmanuel Macron sull’Europa
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Dopo il “potere”, il secondo grande asse del “cambio di paradigma” voluto da Emmanuel Macron: la “prosperità”. “Bisogna costruire un nuovo modello di crescita e di produzione” secondo il Capo dello Stato, per il quale “non c’è potere senza una base economica solida, non c’è transizione ecologica senza un modello economico solido, e nemmeno un modello sociale. “

“In pochi anni tutto è cambiato”, tra “materie prime limitate”, “dipendenza” da altri paesi per i combustibili fossili e “tutti gli scambi commerciali stanno cambiando”, avverte il presidente. Se vuole “mantenere un’economia aperta”, dice: “Le nostre regolamentazioni sono troppo esagerate, investiamo troppo poco, siamo troppo aperti e non difendiamo sufficientemente i nostri interessi”. Bisogna invece “costruire un nuovo paradigma di crescita e prosperità”, “perché la ricollocazione dei fattori produttivi avviene ora, nei prossimi 5-10 anni”. E ha aggiunto: “È adesso che dobbiamo presentarci all’appuntamento della storia”. Questo “patto di prosperità che deve essere costruito” implica la necessità di “produrre di più e in modo più verde. La produzione senza emissioni di carbonio è l’opportunità per mantenere le nostre industrie in Europa”, “dobbiamo smettere di opporci alla decarbonizzazione e alla crescita”.

Altra condizione: “semplificazione”. “Il mercato unico è un sistema di semplificazione”, ricorda il Presidente, e “semplificazione non significa più mercato unico”. Emmanuel Macron vuole estenderlo ai settori “energia, telecomunicazioni e servizi finanziari”.

“Dobbiamo anche porre fine, in qualche modo, all’Europa complicata”, dice il capo dello Stato. “Abbiamo costruito norme utili, […] ma siamo andati anche troppo nei dettagli”, dice. “Dobbiamo avere il coraggio di ridurlo”, in particolare per le “VSE/PMI”, afferma Emmanuel Macron, elogiando il “principio di sussidiarietà, che consente flessibilità nazionale nell’attuazione”. Lui riassume l’equazione: “Abbiamo bisogno di diverse ondate di semplificazione delle nostre normative, senza togliere nulla alle nostre ambizioni”.

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