Come nella serie Netflix The 3-Body Problem, la NASA lancerà una vela solare per spingere la sua navicella spaziale

Come nella serie Netflix The 3-Body Problem, la NASA lancerà una vela solare per spingere la sua navicella spaziale
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La NASA sta raggiungendo un traguardo importante nei viaggi spaziali: una vela solare in grado di spingere una nave attraverso lo spazio. Un prototipo che ricorda serie come The 3-Body Problem o For All Mankind.

Dalla finzione alla realtà

Probabilmente hai divorato la serie Netflix “The 3-Body Problem” e le sue navi alimentate dalla luce solare. Anche nella serie For All Mankind ritroviamo esattamente lo stesso concetto. Questa non è più fantascienza! Anche la NASA si sta imbarcando nell’avventura solare con l’imminente dispiegamento di un sistema di vele solari.

Battezzato
“Sistema avanzato di vele solari composite”

(Advanced Composite Solar Sail System), questo progetto mira a rivoluzionare i viaggi nello spazio. Attualmente i satelliti e le sonde spaziali devono trasportare enormi serbatoi di propellente, un carburante che pesa molto e limita la durata delle missioni. La vela solare utilizza la pressione della luce solare come mezzo di propulsione.. Puntando la vela riflettente verso o contro il sole, i fotoni rimbalzano indietro e spingono la navicella spaziale.

Questo sistema presenta numerosi vantaggi. In primo luogo, consente di alleggerire notevolmente il carico del satellite eliminando la necessità di carburante. Quindi, apre la strada a missioni più lunghe ed economiche. Infine, la vela solare potrebbe consentire di raggiungere nuove posizioni nello spazio, ideali per studiare il Sole e la sua influenza sulla Terra.

Un prototipo molto concreto

Il lancio di questo sistema è previsto per aprile 2024 a bordo di un razzo Rocket Lab Electron, proveniente dalla Nuova Zelanda. La missione utilizzerà un CubeSat 12U, un piccolo satellite costruito da NanoAvionics. L’elemento chiave dell’innovazione risiede negli alberi dispiegabili, progettato in materiali compositi a base di polimeri e fibre di carbonio. Questo nuovo design è più rigido e più leggero delle strutture precedenti.

Una volta in orbita a circa 1.000 chilometri dalla Terra, il satellite estenderà i suoi alberi diagonalmente attraverso la vela polimerica. Il tutto raggiungerà poi una superficie di circa 80 mq, ovvero la dimensione di 10 posti auto. Il dispiegamento verrà filmato in diretta dalle telecamere di bordo per verificarne la simmetria e il corretto orientamento.

Potenziale colossale per l’esplorazione spaziale

Il successo di questa missione aprirà la strada a progetti ancora più ambiziosi. Gli alberi compositi potrebbero supportare vele solari molto più grandi, delle dimensioni di un campo da basket (circa 500 metri quadrati) e eventualmente anche della metà di un campo da calcio (quasi 2.000 metri quadrati).

Queste gigantesche vele solari potrebbero essere utilizzate per missioni lunari e marziane, come in alcune serie.

Oltre alla navigazione spaziale, gli alberi compositi potrebbero trovare impiego anche nella costruzione di habitat lunari e marziani. La loro leggerezza e compattabilità li renderebbero materiali ideali per strutture come telai di edifici o tralicci di antenne, garantendo la comunicazione per gli astronauti che esplorano la superficie lunare.

Questo progetto di vela solare composita segna un punto di svolta nella storia dell’esplorazione spaziale. Dimostrando l’efficienza di questo sistema di propulsione e la manovrabilità degli alberi compositi, La NASA apre la strada a nuove missioni. Come le barche a vela che solcano i mari, anche le nostre astronavi impareranno a domare i venti solari per conquistare il cosmo.

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