Il Québec accorcia il suo futuro linguistico mettendo a rischio la francesizzazione

Il Québec accorcia il suo futuro linguistico mettendo a rischio la francesizzazione
Il Québec accorcia il suo futuro linguistico mettendo a rischio la francesizzazione
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Dalla fine della primavera, la francesizzazione dei nuovi arrivati ​​in Québec sta attraversando una crisi importante. La Francisation Québec (FQ) avrebbe dovuto facilitare l’apprendimento del francese e armonizzare i servizi, ma la sua attuazione caotica ha invece accentuato gli ostacoli. La FQ prometteva un sistema più semplice, un migliore coordinamento tra i partner (ministeri, organizzazioni, centri di servizi scolastici) e un miglioramento nell’accoglienza dei nuovi arrivati.

Eppure, tra liste d’attesa infinite e una piattaforma online disfunzionale, la realtà ha rapidamente smentito queste ambizioni. Oltre a questo fiasco che è FQ, ci sono tagli nei finanziamenti per la francesizzazione.

In effetti, all’inizio dell’anno scolastico, diverse classi di lingua francese sono state chiuse. Altre che avrebbero dovuto aprire non lo hanno fatto. I centri di servizi scolastici, anch’essi colpiti dai cambiamenti di finanziamento annunciati a fine giugno scorso, ora possono offrire solo un numero limitato di classi in alcune regioni.

Nella mia regione di Lanaudière, ad esempio, vengono offerti solo i livelli 3 e 4, il che lascia molti studenti senza accesso ai corsi. Questa situazione rallenta il loro progresso, o addirittura lo blocca completamente. Diversi studenti hanno saputo con qualche giorno di preavviso che non avrebbero più avuto un ritorno a scuola, e i colleghi non sono stati riassunti. Quanto ai principianti, dopo mesi di attesa, non possono iniziare il loro percorso di francesizzazione.

Un colpo finale

A questo si aggiunge l’eliminazione dell’indennità di 28 $ al giorno per i corsi part-time a partire dal 23 settembre. Questo aiuto finanziario, essenziale per alcuni, ha reso l’apprendimento accessibile. Quanto all’indennità per i corsi a tempo pieno, richiede la presenza in classe per 30 ore alla settimana, un vincolo che è difficile da conciliare con la vita adulta e le sue responsabilità.

È davvero così che vogliamo incoraggiare l’integrazione linguistica? Il governo non avrebbe potuto posticipare questo taglio alla prossima sessione per evitare costernazione nelle nostre classi?

Questi tagli avranno effetti a lungo termine. Se un nuovo arrivato deve aspettare mesi per accedere alle lezioni o per viaggiare in un’altra città, potrebbe rinunciare e rivolgersi all’inglese, il che indebolisce il futuro del francese in Quebec.

Soluzioni per evitare l’impasse

È tempo che il governo del Quebec esplori soluzioni creative per investire nella francesizzazione, invece di moltiplicare i tagli. Perché non coinvolgere più aziende che assumono lavoratori allofoni all’estero? Queste aziende potrebbero ricevere sussidi in cambio del loro contributo alla francesizzazione, beneficiando direttamente di dipendenti meglio integrati e più produttivi.

Il ministero potrebbe anche allentare i criteri di assegnazione, ad esempio riducendo la frequenza obbligatoria da 30 a 20 ore a settimana. Questa flessibilità consentirebbe a più adulti di imparare il francese rispettando i propri obblighi. Immaginate di imparare una lingua sei ore al giorno, cinque giorni a settimana. Anche gli studenti del CEGEP o universitari in genere trascorrono meno tempo in classe.

Onorare il nome del ministero

Oggi concludo che il Ministero dell’immigrazione, della francesizzazione e dell’integrazione è un nome sbagliato. Ostacolando la francesizzazione, sta compromettendo l’integrazione dei nuovi arrivati. È urgente che il ministro ponga la francesizzazione e l’integrazione al centro delle sue priorità, per onorare questi termini significativi che sono molto politicamente integrati nel suo nome.

Ripristinare le indennità, garantire un finanziamento adeguato per i servizi e proporre soluzioni in tutto il Quebec sono azioni essenziali per fare dell’integrazione una realtà e non un’illusione.

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