Il compenso esorbitante di Carlos Tavares

Il compenso esorbitante di Carlos Tavares
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HA Con una netta maggioranza del 70% dei voti, l’assemblea generale di Stellantis ha approvato, martedì 16 aprile, la remunerazione di Carlos Tavares, direttore generale della casa automobilistica franco-italo-americana: 36,5 milioni di euro per l’anno 2023, comprese le partite differite . La cifra è sufficiente da lasciarti senza parole. Ciò rende Tavares il capo più pagato dell’industria automobilistica globale.

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Il manager, 65 anni, riceverà per il lavoro svolto lo scorso anno 518 volte lo stipendio medio annuo di Stellantis (70.404 euro) ovvero 1.586 anni di quanto percepisce un lavoratore temporaneo che lavora alla catena di montaggio dell’azienda francese fabbriche, operatore intercambiabile pagato il salario minimo e che non beneficia di alcuna forma di partecipazione agli utili del gruppo.

Gli azionisti di Stellantis hanno scelto di premiare la notevole performance finanziaria dell’azienda, il cui valore di borsa è raddoppiato dalla creazione dell’entità nata nel gennaio 2021 dalla fusione tra la PSA della famiglia Peugeot e la Fiat-Chrysler della famiglia Agnelli. Quest’ultimo ha preso l’abitudine di pagare molto bene i manager delle sue aziende, e le sue pratiche di governance sono più vicine a quelle del capitalismo americano che a quelle europee.

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Il capo di Stellantis, che realizza il 52% delle sue vendite negli Stati Uniti, dove i margini sono più alti, non perde occasione di confrontarsi con i CEO d’oltre Atlantico piuttosto che con i suoi colleghi europei. Per lui il suo stipendio è proporzionato a quelli di Tim Cook alla Apple, pagato 99 milioni di dollari (93 milioni di euro), o di Sundar Pichai (Google-Alphabet), che ha ricevuto 226 milioni di dollari nel 2022. Ma siamo in Europa e lì la questione delle disuguaglianze è molto più delicata.

Doppio effetto preoccupante

In cima alla scala salariale, lo stipendio di Carlos Tavares rischia di aumentare quello di tutti i capi. Già, l’aumento di oltre 1 milione di euro di Luca de Meo, direttore generale della Renault, è passato inosservato insieme a quello di 13 milioni di euro di Tavares tra il 2022 e il 2023. E Patrick Pouyanné, amministratore delegato di TotalEnergies, con uno stipendio di circa 8 milioni di euro, è un modello. In fondo, le fabbriche continuano a lottare per essere competitive con quelle di altri paesi e per salvare posti di lavoro. È improbabile che i loro dipendenti vedranno aumenti salariali superiori all’inflazione degli ultimi anni. Un doppio effetto preoccupante.

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Qual è il giusto prezzo di un manager di successo in un mercato globalizzato? A questa domanda, il potere politico vorrebbe poter imporre una risposta, poiché le somme in questione appaiono esorbitanti se si considerano le frustrazioni che si sviluppano nel mondo del lavoro: salari non sufficientemente remunerativi e sviluppi di carriera che non garantiscono più proprio come prima della promozione sociale.

Nell’aprile 2022, consapevole dei rischi di un’esplosione sociale, ha giudicato Emmanuel Macron “scioccante ed eccessivo” i 66 milioni di euro stanziati dal consiglio a Carlos Tavares tra il 2022 e il 2028. Il capo dello Stato si è poi espresso a favore dell’istituzione di un tetto contro le retribuzioni abusive dei padroni europei, a livello dell’Unione Europea. Il progetto, per mancanza di consenso e forse di volontà, è rimasto lettera morta, rendendo quasi ironici i recenti commenti del CEO di Stellantis: “Se pensi che questo non sia accettabile, fai una legge e io la rispetterò!” » Questo rifiuto dell’autoregolamentazione, in un momento in cui è necessario restare uniti di fronte ai pericoli crescenti, ci lascia senza parole. Si tratta di una provocazione pericolosa.

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