Una decisione molto contestata
Il Ministero della Salute ha annunciato un progetto di decreto volto a de-rimborsare i test antigenici, una misura che ha suscitato proteste tra gli operatori sanitari. L’Unione dei sindacati dei farmacisti comunitari (USPO) ha reagito con fermezza, definendo questa decisione “incomprensibile nel mezzo di un’epidemia”. Questa iniziativa, che prevede anche l’eliminazione del rimborso delle mascherine per le persone immunocompromesse, arriva mentre la Francia sta affrontando una doppia epidemia di influenza e bronchiolite.
Le tensioni negli ospedali, già sature, e le difficoltà degli studi medici nell’assorbire la domanda dei pazienti stanno aggravando la situazione. Queste scelte sono considerate incompatibili con gli imperativi della prevenzione sanitaria pubblica, anche se il governo chiede un’intensificazione della vaccinazione antinfluenzale.
Una misura controproducente per la prevenzione
I test antigenici, ampiamente utilizzati per individuare rapidamente le infezioni respiratorie, svolgono un ruolo fondamentale nella strategia di screening. Il loro attuale rimborso consente di effettuare test combinati COVID-influenza-RSV a un costo accessibile, una soluzione essenziale per limitare la diffusione delle epidemie.
Nel suo comunicato stampa, l’USPO avverte che “il derimborso dei test antigenici priverà i pazienti di uno strumento essenziale per la diagnosi precoce ed efficace delle infezioni respiratorie”. Questi test non solo consentono una diagnosi rapida, ma offrono anche l’opportunità di educare i pazienti sui gesti barriera e sull’importanza della vaccinazione.
Il ritardo dell’Alta Autorità della Sanità (HAS) nella valutazione dei Test combinati di Orientamento Diagnostico Rapido (TROD) aggrava la situazione. Pianificata a partire dal 2022, questa analisi è ancora in sospeso, limitando le possibili risposte alle attuali epidemie.
Operatori sanitari, tra sgomento e sentimento di tradimento
I farmacisti, attori essenziali durante la crisi sanitaria, si sentono abbandonati da questa decisione. Tuttavia, erano stati in prima linea per garantire la continuità delle cure, assicurare la disponibilità dei test e sostenere le campagne di vaccinazione. L’USPO considera questa iniziativa come “un vero e proprio colpo alle spalle degli operatori sanitari”, denunciando il mancato riconoscimento della loro mobilitazione passata e attuale.
Questa misura potrebbe anche scoraggiare i pazienti, in particolare i più vulnerabili, dall’utilizzare i test di screening. Di conseguenza, le infezioni potrebbero essere rilevate tardi, aumentando il rischio di gravi complicazioni e trasmissione.
La richiesta di un cambio di direzione
Di fronte a queste preoccupazioni, l’USPO esorta il governo a revocare questa decisione e a mantenere il rimborso per i test antigenici. Per i farmacisti, questi strumenti diagnostici sono essenziali per prevenire le complicanze delle infezioni respiratorie, soprattutto in un contesto di elevata pressione sul sistema sanitario.
Questo dibattito illustra i dilemmi tra vincoli di bilancio ed esigenze sanitarie. Mentre la Francia si trova ad affrontare molteplici crisi epidemiche, l’abbandono del rimborso per i test antigenici potrebbe compromettere gli sforzi di prevenzione e peggiorare le tensioni negli ospedali. Una revisione di questa decisione sembra quindi cruciale per preservare la salute pubblica e sostenere i professionisti in prima linea.
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