Donald Trump ci chiede perché il contribuente dell’UTAH o del Texas dovrebbe finanziare, con le sue tasse, la difesa dell’Europa da parte della NATO di cui gli Stati Uniti sono il principale contribuente.
Mi chiedo perché dovrei pagare, attraverso sanzioni automobilistiche, tasse, tasse e altre sanzioni, per proteggere gli Stati Uniti (e la terra intera) dagli effetti del riscaldamento globale che l’Europa è la sola a combattere davvero.
Infatti, mentre il Nord America è fortemente colpito dal grande perturbamento meteorologico, Trump che non crede all’effetto serra – una fake news secondo lui – mette gas a tutto gas su tutti i piani.
Appena insediato, ha firmato l’abbandono del Green New Deal, la liberazione dell’accordo di Parigi sul clima, ha dichiarato di voler rilanciare a pieno ritmo l’industria petrolifera Badin, ha messo in discussione le severe norme californiane e perfino quelle poco restrittive federali e, infine, ha posto fine Fine al bonus di 7.500 dollari per l’acquisto di un’auto elettrica.
Tempesta di CO2 in vista
E allora perché spendere miliardi, consumatori come noi contribuenti, per convertirsi a Wature, mettere stazioni di ricarica ovunque, uscire dal petrolio, dal gas e dal carbone con turbine eoliche, pannelli solari e idrogeno se l’America riabilita i V8 e moltiplica le torri di trivellazione?
I nostri piccoli e grandi sforzi sembrano improvvisamente vani di fronte alla tempesta di CO2 che si leva dall’altra parte dell’Atlantico.
In Francia e al Parlamento europeo si stanno già alzando voci per chiedere che l’Europa, a sua volta, abbandoni il Patto verde europeo. Cioè rinuncia, tra l’altro, al divieto di vendita di auto termiche nel 2035, alla decarbonizzazione dell’industria, dei trasporti e ad altri progetti costosi che ci distolgono dalla sacrosanta «Creazione di ricchezza». Come non fare il parallelo tra le centinaia di miliardi di dollari investiti nell’intelligenza artificiale negli Stati Uniti e in Cina, e i 500 miliardi di euro che il rapporto di Mario Draghi raccomanda di spendere nelle nostre principali industrie emittenti?
Perseverare nel decarbonizzazione ci minaccerebbe di retrocedere, anche la “terzamondizzazione” sostiene questa nuova corrente che potrebbe essere battezzata Mega (Make Europe Great Again).
Non sono un economista, ma sembra che se la prima potenza mondiale sta eliminando ogni vincolo ambientale per stimolare a fondo la sua economia, non riusciremo a farcela con una politica che, per molti aspetti, rasenta la diminuzione.
Protect è, saccheggiando, segnala…
Perché Decarboner implica enormi investimenti pubblici e privati, finanziariamente meno redditizi di quelli sull’intelligenza artificiale o sulla prospezione petrolifera. Così come riciclare invece di consumare significa privare i profitti e tassare le imprese.
In sintesi, proteggere l’ambiente costa mentre saccheggia i rapporti.
E come reindustrializzare la Francia e il vecchio continente se, oltre a un maggior costo della manodopera, bisogna fare i conti con un’energia più pulita e quindi più costosa?
Ciò che temono coloro che chiedono l’abbandono del patto verde dell’UE è che il calo della crescita, già evidente da quindici anni, tra la stagnazione europea e la prosperità americana non si sia accentuato.
SP 95 a € 1,30
La tentazione di rinunciare al decarbonizzazione sarà ancora più forte se il prezzo del petrolio scenderà bruscamente come sostiene Donald Trump in nome del potere d’acquisto dell’automobilista americano. Oltre a rilanciare la propria produzione, tende il braccio all’Arabia Saudita per incrementare la sua.
Se nell’anno il barile scendesse a 50 dollari, l’SP 95 a 1,30 euro e il gasolio domestico a 0,60 euro, avremo ancora voglia di auto elettriche e pompe di calore?
Meno prosaicamente, sacrificheremo i nostri bisogni futuri per i nostri desideri presenti, rinunciando alla nostra sostenibilità per un’opportunità?
Non so come rispondere a questa domanda, soprattutto perché ne richiama molte altre e prima di tutto: se si scopre che gli enormi investimenti che dedichiamo alla green economy europea vengono resi inutili dalla politica guidata da Donald Trump , non dovremmo destinare questo denaro a prepararci ai disordini che arriveranno e a proteggerci invece di cercare di impedire che si verifichino?
Onestamente non ho una risposta a questa domanda, ma qualcuno ne raccoglierà delle copie tra quattro anni…