L’obiettivo di questa tesi sarà quello di mettere in discussione l’influenza dell’attività fisica adattata sulla capacità di agire e sul benessere delle persone che vivono con la malattia di Alzheimer, ma metterà anche in discussione l’impatto della “capacità” pedagogica sui tre lati del benessere. (fisico, psicologico e sociale).
Per fare ciò, verranno proposte sessioni di attività fisica in diversi centri diurni.
Per realizzare lo studio vengono proposte quattro attività fisiche: due attività individuali, centrate su se stessi, e due attività cooperative basate sull’interazione.
Le attività saranno proposte per sei mesi a due gruppi all’interno di strutture di accoglienza, quali gli asili nido, seguendo due distinte modalità di pratica:
- il primo si basa su una pedagogia tradizionale basata sull’imitazione e sull’orientamento;
- la seconda prevede una cosiddetta pedagogia capacitativa basata sulla co-costruzione di esercizi e su una maggiore libertà di scelta nelle attività proposte al fine di consentire maggiore “potere di agire”.
La giuria ha evidenziato la rilevanza e la qualità dell’argomento, nonché il suo forte potenziale di impatto e di impiego sul campo.
Fin dalla sua creazione, la ricerca nel campo delle scienze umane e sociali (SHS) e della sanità pubblica fa parte del DNA della Fondazione. Sono oltre 100 i giovani ricercatori sostenuti attraverso premi, borse di studio e donazioni, per un importo complessivo di oltre un milione di euro.
« La ricerca nelle scienze umane e sociali è la parente povera della ricerca, anche se è essenziale per migliorare la conoscenza della malattia di Alzheimer e la vita quotidiana dei malati e dei loro cari. La Fondazione desidera incoraggiare i giovani ricercatori a impegnarsi in attività di dottorato legate alla malattia di Alzheimer e promuovere la loro ricerca » conclude, da parte sua, Christine Tabuenca, direttrice generale della Fondazione Médéric Alzheimer.