Questi sono i primi sintomi che ho notato.”

Questi sono i primi sintomi che ho notato.”
Questi sono i primi sintomi che ho notato.”
-

Diagnosticato a 16 anni, poi a 39, Sarah Krajewski condivide la sua esperienza di fronte al cancro. Tra sintomi, cure e speranza, scopri il suo viaggio e i segnali che secondo lei non dovrebbero mai essere ignorati.

Quando parliamo di cancroè facile pensare a a malattia che colpisce soprattutto le persone anziane, spesso dopo una vita intensa. Ma questo non è sempre così. Sarah Krajewski ne è un esempio vivente. Questa americana, che ha affidato la sua storia ai media Parataapprese di averlo fattocancro per la prima volta all’età di 16 anni. Poi, a 39 annicadde per la seconda volta il colpo di maglio: mentre aspettava il terzo figlio, gli è stato diagnosticato un altro cancro.

Ciò che più colpisce nella storia di Sarah è questo, anche di fronte a tutto ciò doppia diagnosisapeva reagire rapidamente e non ignorare mai i segnali inviati dal suo corpo. Lei rivela il primi sintomi che l’hanno portata a ricorrere alla consulenza e ci ricorda l’importanza di non ignorare certi segnali, per quanto innocui possano sembrare.

Cancro: sintomi da non trascurare

A 16 anni Sarah soffriva di bronchiolite, mononucleosi e polmonite, disturbi che, sebbene non sembrassero gravi, la spinsero a rivolgersi al medico. La diagnosi fu presto fatta: si trattava di a linfoma non Hodgkinuna forma di cancro, hai cantato colpisce soprattutto le persone di età superiore ai 65 anni. Ha quindi iniziato il trattamento ed è sopravvissuta a questa prima dura prova. Ma anni dopo, all’età di 39 anni, mentre era incinta, si sentì a nodulo al seno destro. Un segno che, appena se ne è accorta, ha subito catturato la sua attenzione. “Sapevo che qualcosa non andava.”confida.

Nonostante il panico, non ha aspettato di consultare, spinta anche dalla sua storia familiare: sua nonna, sua madre e sua zia avevano tutte un cancro al seno. Il suo istinto gli diceva di reagire rapidamente. E ha fatto bene. È solo dopo a mammografia e uno biopsia che gli abbiamo confermato il presenza di un tumore di 8,5 cm : soffriva davvero di a il cancro sei tu.

Non ignorare mai i segnali inviati dal corpo

Guardando indietro, Sarah sottolinea un punto essenziale: non dovresti mai ignorare questa piccola voce interiore che ci dice che qualcosa non va. “La vita scorre così velocemente, siamo così impegnati, con così tante responsabilità, ma questi segnali non dovrebbero mai essere presi alla leggera”, insiste. È stato grazie ad una reazione rapida e ad una consultazione immediata che ha potuto iniziare immediatamente il trattamento. Ed è proprio questa reattività che gli ha permesso di superare queste due sfide.

Ma la sfida più grande per Sarah è stata il cancro al seno mentre era incinta del suo terzo figlio. “È strano avere il cancro quando sei incinta. Tutto ciò che ci viene detto di evitare durante la gravidanza, come certi alimenti, sembra insignificante rispetto alla chemioterapia», confida. Ma nonostante tutto, ha scelto di lottare per la sua famiglia, per i suoi figli e per Annabelle, la figlia che portava in grembo.

Convivere con il cancro durante la gravidanza

Ogni passaggio, ogni trattamento, ogni sessione di chemioterapia era vissuto nell’angoscia, ma anche nella speranza di poter vedere i suoi i bambini crescono. Nonostante la fatica estrema e le emozioni intense, Sarah ha resistito. “Annabelle è stata con me in ogni fase del percorso: durante la rimozione del mio tumore di 8,5 cm, durante le sedute di chemioterapia e anche nei momenti in cui tutto sembrava insormontabile”, assicura.

Per i suoi due figli maggiori, di due e quattro anni, la situazione era altrettanto complessa. “Abbiamo dovuto spiegare loro che la mamma aveva bisogno di riposare, che non poteva sempre giocare o portarli in braccio”, ricorda. Questi momenti di vita, che uniscono la lotta alla malattia e la maternità, hanno lasciato tracce emotive profonde. “La cosa più difficile per me non sono state solo le cure, ma la sensazione di essere una madre ridotta, di non essere all’altezza del compito per i miei figli”. Oggi, questi ricordi dolorosi sono stati sostituiti da un immenso sollievo: Annabelle è nata sana e Sarah è riuscita a superare questo periodo buio.

Un messaggio di speranza… e di azione!

Ora in remissione, Sarah mette le sue energie al servizio di una causa che le sta a cuore: sensibilizzare e finanziare la ricerca contro il cancro. Si sta preparando a partecipare a una corsa ciclistica di 127 chilometri per sostenere il Dana-Farber Institute, dove ha ricevuto cure. “Questo viaggio rappresenta per me un modo per chiudere il cerchio, per sentirmi intero e utile dopo tutto quello che ho passato.lei crede.

Infine, sottolinea un messaggio chiave: ascolta il tuo corpo e non ignorare mai quel piccolo presentimento che ti allerta. La sua doppia esperienza lo dimostra rilevamento precoce fa un’enorme differenza. “Se non avessi prestato attenzione ai miei sintomi, oggi forse non sarei qui a parlarne”, conclude.

Capo sezione

Diritti delle donne e dei bambini, violenza, femminismo, genere, discriminazione, genitorialità, istruzione, denaro, lavoro, psicologia, salute, coppia, sessualità, social network…. Joséphine ama decifrare tutte le questioni sociali che guidano…

-

PREV Nicturia maschio, trova la causa!
NEXT finita, la vita dei sogni