Misure di disinfezione in un carcere in Marocco. MAPPA
La Delegazione Generale per l’Amministrazione Penitenziaria e il Reinserimento (DGAPR) ha annunciato mercoledì che finora sono stati registrati 79 casi di morbillo tra i residenti di 13 istituti penitenziari.
Nell’ambito del suo approccio comunicativo basato sull’apertura all’opinione pubblica e sulla preoccupazione di informarla sull’evoluzione della situazione sanitaria relativa al morbillo negli istituti penitenziari, la DGAPR annuncia in un comunicato stampa che fino a mercoledì 15 gennaio, 79 casi di infezione sono stati registrati (tra cui 7 minori, due donne e un bambino accompagnato dalla madre), aggiungendo che 27 di loro sono guariti dopo aver seguito il protocollo di cure in vigore.
Per quanto riguarda la distribuzione dei casi di infezione, la DGAPR precisa che il carcere locale di Tangeri 2 ha registrato 25 casi (24 in isolamento e un caso in cura presso l’ospedale pubblico), mentre 6 casi sono stati registrati nel carcere locale di Ain Borja (5 in isolamento e un caso in cura presso l’ospedale pubblico).
Allo stesso modo, continua la stessa fonte, cinque casi di infezione sono stati dichiarati nella prigione locale di Mohammedia e altri tre nella prigione locale Al Arjat 1, mentre due casi sono stati registrati rispettivamente nella prigione centrale di Kenitra e nelle carceri locali Bourkaiz di Fez. , Benslimane e Souk Larbaa, e un caso in ciascuna delle carceri locali di Bouarfa, El Kelaâ des Sraghna, Tétouan, Berkane e Tan-Tan.
Inoltre, sette dipendenti pubblici, tra cui una dottoressa, sono risultati contagiati e sono soggetti al protocollo sanitario in vigore, sottolinea il comunicato.
E da notare che, nell’ambito degli sforzi messi in atto dalla DGAPR in collaborazione con il Ministero di Vigilanza per prevenire la diffusione di questa malattia negli istituti penitenziari, 11.620 detenuti e 332 dipendenti pubblici hanno beneficiato della vaccinazione su base volontaria, sotto la supervisione del personale provinciale delegazioni per la sanità e la protezione sociale.
La DGAPR afferma, in questo contesto, che tutti gli istituti penitenziari restano mobilitati per prevenire e arginare la diffusione di questa malattia, in applicazione delle disposizioni della nota distribuita a tale scopo e in stretto coordinamento con il dipartimento di vigilanza.
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