L’anno in cui sei nato e il tuo primo incontro con l’influenza potrebbero modellare la tua immunità al virus per tutta la vita. Ecco perché.
Mentre l’epidemia di influenza La situazione attuale continua a colpire fortemente la popolazione. Nel gennaio 2025, gli ospedali si trovano ad affrontare un aumento dei casi gravi, in particolare tra le persone a rischio e i non vaccinati. Questo contesto richiama l’importanza di comprendere meglio i meccanismi di immunità a questo virus complesso e in evoluzione. Uno studio recente offre spunti affascinanti il ruolo dell’anno di nascita In resistenza all’influenza.
L’anno in cui sei nato e la tua prima esposizione al virus dell’influenza influenzeranno la tua resistenza a questa malattia per tutta la vita. Uno studio condotto da ricercatori delle Università dell’Arizona e della California, pubblicato nel Scienzaevidenzia questo impatto. Dr. Gérald Kierzek, direttore medico presso Doctissimospiega questi risultati.
Nati prima o dopo il 1968: diverse “protezioni antinfluenzali”
Lo studio si è concentrato su due virus aviari di tipo A, H5N1 e H7N9, noti per aver causato molti casi gravi e decessi negli esseri umani. Esaminando i dati sui casi gravi e sui decessi associati a questi due ceppi, i ricercatori hanno scoperto un collegamento sorprendente: Il ceppo influenzale a cui una persona è stata esposta per la prima volta da bambino determinerà da quali nuovi ceppi sarà protetta in futuro.
Secondo il dottor Gérald Kierzek, “Le persone nate prima del 1968 sembrano meglio protette contro alcuni virus influenzali del gruppo 1 (H5N1, H1N1) ma più vulnerabili ai virus del gruppo 2 (H3N2, H7N9). È l’esatto opposto per le persone nate dopo il 1968: sono più protette contro i virus del gruppo 2 e più vulnerabili ai virus del gruppo 1. Questo fenomeno sarebbe collegato a una mutazione negli antigeni HA (emoagglutinina) dei virus influenzali nel 1968, un cambiamento che ha segnato un’importante transizione nella natura dei ceppi dominanti.
L’importanza della prima esposizione all’influenza
Questo effetto, chiamato “impronta digitale immunologica” O “impronta digitale antigenica”, dipende esclusivamente dalla prima esposizione al virus dell’influenza durante l’infanzia. Secondo i ricercatori, questo primo incontro, spesso prima dei 5 anni, lascia un segno indelebile nel sistema immunitario. Il dottor Gérald Kierzek precisa: “Le impronte antigeniche lo suggeriscono la prima esposizione a un virus influenzale durante l’infanzia lascia un segno permanente sul nostro sistema immunitario”. I ricercatori usano una metafora per chiarire questo meccanismo. Confrontano gli antigeni dell’influenza con lecca-lecca di diversi colori e sapori.
“Diciamo che sei stato esposto per la prima volta all’influenza umana del tipo ‘lecca-lecca’ quando eri bambino,” spiega Michael Worobey, uno degli autori dello studio. “Se più avanti nella vita incontri un altro sottotipo di virus influenzale che proviene da un uccello ma le cui proteine hanno un sapore simile all’arancia, le tue possibilità di morire sono piuttosto basse a causa della protezione incrociata. Ma se la tua prima influenza fosse stata un “lecca-lecca blu”, questa protezione non si applicherebbe”. Tuttavia, nessun anno di nascita garantisce una protezione assoluta contro l’influenza. Il dottor Kierzek ricorda: «Questa ‘protezione’ legata all’anno di nascita non è assoluta e la vaccinazione resta consigliata, in particolare per le persone a rischio e gli anziani. Con l’età, altre malattie sottostanti ci rendono vulnerabili e il sistema immunitario si indebolisce (immunsenescenza). Durante un’epidemia, il vaccino, i gesti di barriera, l’uso della maschera e il lavaggio delle mani rimangono strumenti essenziali per limitare la diffusione dell’influenza e proteggere le popolazioni a rischio.
Appassionata di notizie femminili, Agathe decifra le ultime tendenze dell’aufeminin dal 2022. Le sue aree preferite? Consigli di psicologia, alimentazione e benessere, senza dimenticare i consigli…
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