Pubblicato il 27 dicembre 2024 alle 18:15
Più di un milione di oggetti circolano in orbita attorno alla Terra e nessuno è lì a dirigere la circolazione. Un incidente è avvenuto così in fretta…
Traffico caotico
Quando Artemis 2 decollerà per la Luna nel 2026, la navicella spaziale dovrà calcolare la sua traiettoria verso la Luna con una precisione millimetrica, ma dovrà inoltre tenere conto di milioni di ostacoli che si muovono a più di 25.000 km/h. Sono infatti 9.900 i satelliti attualmente in orbita attorno alla Terra. Più di due terzi appartengono alla società Starlink. Ma ci sono anche più di 35.000 detriti di più di 10 cm di diametro, grandi quanto una palla da baseball, e almeno un milione di oggetti che misurano più di un centimetro che si muovono senza il minimo controllo sopra la nostra atmosfera. Se due di questi oggetti si scontrassero a più di 25.000 km/h, potrebbero creare una reazione a catena che metterebbe a repentaglio non solo la Stazione Spaziale Internazionale, ma qualsiasi forma di esplorazione spaziale che diventi troppo pericolosa.
Obiettivo zero detriti
L’astrofisico Donald Kessler sollevò questa possibilità nel 1978, ed è più attuale che mai. Inoltre, il 10 febbraio 2009, il satellite commerciale Iridium 33 è stato colpito frontalmente dal satellite russo abbandonato Kosmos 2251. Ad una velocità di quasi 40.000 km/h, lo shock è stato brutale. Questo tipo di incidente moltiplica il numero di detriti in orbita e crea così una reazione a catena che metterebbe in pericolo tutti i satelliti e persino la Stazione Spaziale Internazionale. Un singolo fulmine che viaggia a 35.000 km/h potrebbe perforare la ISS. Ecco perché l’Agenzia spaziale europea sta adottando una politica di zero detriti a partire dal 2025. Ma un giorno dovremo ripulire questi milioni di rifiuti spaziali.